John Kerry, Segretario di Stato Usa, chiede al Consiglio di Sicurezza dell’Onu la creazione di una “zona di non volo” in Siria. Il giorno prima aveva detto che la “tregua in Siria non è morta”.

“Aerei a terra in aree chiave”. Il Segretario di Stato Usa John Kerry scandisce bene le parole durante la seduta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York. Gli aerei devono rimanere a terra per ridare credibilità al cessate il fuoco entrato in vigore il 12 settembre.
Kerry ha sottolineato che “gli Stati Uniti credono che ci sia ancora una via per uscire dalla carneficina siriana”. La posizione del Dipartimento di Stato è chiara, più volte Kerry ha precisato che la fine del cessate il fuoco causerebbe più morti, più sofferenza di prima. Il conflitto, secondo gli Stati Uniti, è destinato a peggiorare e chi pensa il contrario sbaglia di grosso. E infatti nelle ultime ore raid aerei russi e siriani su Aleppo hanno ucciso 40 persone.
Ieri il Segretario di Stato aveva detto all’Onu che la tregua in Siria non è morta. Il capo della diplomazia Usa aveva però ammesso difficoltà nella tenuta del cessate il fuoco, condannando i bombardamenti che hanno colpito i convogli umanitari diretti a Aleppo. Già ieri, Kerry si era detto convinto che la tregua possa continuare. L’intervento del Segretario di Stato Usa è avvenuto a New York durante una riunione del gruppo internazionale di supporto sulla Siria. Era presente anche il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov. Sempre ieri, le Nazioni Unite hanno sospeso i convogli umanitari nella zona di Aleppo dopo i raid aerei di due giorni fa. L’invio dei convogli è ripreso, ma nella notte un convoglio di 20 camion è stato colpito dai raid.