Da oggi per i civili di Aleppo, città siriana un tempo famosa per il suo sapone, ci saranno tre ore ogni giorno di tregua, dalle 10:00 alle 13:00, per permettere loro di approvvigionarsi di generi di prima necessità come cibo e medicinali e di fare scorta di acqua corrente.
In città manca tutto: non c’è cibo, non ci sono medicine per combattere anche le malattie più comuni e non ci sono i servizi di base come luce elettrica, acqua e gas. Moltissimi sono i bambini costretti a fare ogni giorno chilometri a piedi, sotto le bombe e con le macerie degli edifici distrutti che cadono, per prendere un po’ d’acqua dei pozzi, anche se sanno che quell’acqua è pesantemente contaminata da agenti inquinanti. Tante sono proprio le malattie dovute all’acqua cattiva: diarrea, nausea e vomito e alcuni bimbi più piccoli hanno già perso la vita a causa di gravissime forme di dissenteria.
Le Nazioni Unite hanno fatto più volte appelli per una tregua umanitaria e per la creazione di corridoi sicuri per l’evacuazione dei civili rimasti in città, ma fino ad ora le guerra non si è mai fermata. Da Buenos Aires, dove è in visita ufficiale alle autorità argentine, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon si è detto molto preoccupato dalla situazione siriana e ha dichiarato: “ Quella della Siria è una tempesta perfetta nella quale il popolo, soprattutto le fasce più deboli, sta soffrendo e tutti si inserisce in una crisi dei rifugiati ormai non più gestibile”. L’Unicef sta portando con autobotti acqua potabile nei quartieri di Aleppo controllati dall’esercito regolare siriano, ma una vasta fascia di popolazione rimane ancora esclusa e molti hanno paura ad uscire di casa a causa delle bombe, dei cecchini e degli attentati.
Intanto la lotta al terrorismo internazionale va avanti senza tregua e si cerca in ogni modo di scoprire dove di nascondono i miliziani jihadisti e i loro complici; alcuni di loro potrebbero tenere dei civili come ostaggi.
Secondo lo Stato Maggiore delle forze armate russe sarebbero già statti eliminati oltre 1000 miliziano del sedicente Stato Islamico e altri 2000 sarebbero stati gravemente feriti, ma la battaglia contro il terrorismo internazionale si profila ancora molto lunga e sanguinosa.
Valeria Fraquelli