Notiziario estero – Esce oggi l’ultima monumentale opera dell’economista francese: Capital et Idéologie. Le Monde pubblica un’anteprima.
A prima vista Thomas Piketty, economista francese di fama internazionale, potrebbe apparire un esagerato. La sua ultima fatica è un librone da 1200 pagine. Non che quello precedente “il capitale nel XXI secolo” del 2013, che lo ha reso celebre in tutto il mondo, fosse da meno con le sue 919 pagine.
Il capitale e l’ideologia, che traduciamo dal francese (il libro non è ancora stato tradotto in italiano), è un lungo saggio che spiega come i governi dovrebbero ribaltare il capitalismo. Il testo è una prosecuzione del “Capitalismo nel 21° secolo” che ha venduto oltre 2,5 milioni di copie ed è stato tradotto in 40 libri. Nessuno può dire quanti di quelli che acquistarono il libro lo abbiamo letto tutto e approfondito nelle sue 900 pagine.

Nonostante questo, però, siamo certi che il suo impatto è stato innegabile. Per esempio, in questi sei anni sono aumentati i politici che guardano con maggiore interesse alla redistribuzione del reddito come fattore determinante per combattere la povertà. Una di questi è la candidata democratica in corsa per la nomination alle presidenziali Usa Elisabeth Warren. Che ha lavorato proprio con Piketty per elaborare un programma economico e studiare una tassa sulla ricchezza da proporre agli elettori. Un altro esempio arriva da miliardari come Warren Buffet o Ray Dalio che hanno parlato in questi anni dell’urgenza di contrastare l’ineguaglianza.
Il libro di Piketty attraversa secoli di storia, studiando l’economia coloniale, quella schiavista e comunista, fino ai nostri giorni. “Nel libro tento di convincere il lettore che le lezioni dalla storia possono essere assimilate per evitare di ricreare condizioni di ineguaglianza e ingiustizia”, spiega l’autore nella prefazione che Le Monde pubblica oggi. L’economista propone un modello simile alla Helicopter Money. E punta alla possibilità che un cittadino possa raggiungere un reddito da 120.000 euro intorno ai 25 anni di età. Il punto di partenza è che nessuno dovrebbe avere la possibilità di detenere più del 10% dei voti in una società. E propone anche di uscire dalla logica che la proprietà è sacra. Sopra un tetto da determinare, la proprietà può essere tenuta solo temporaneamente. Per Piketty non bisogna nascondersi dietro un dito. L’ineguaglianza sociale e la povertà non sono un prodotto della tecnica o della natura umana. Sono il risultato di un sistema di scelte politiche e ideologiche ben precise. Ma questo, scrive, rende più facile la sfida di ridurre la diseguaglianza.