Gli Stati Uniti hanno messo il veto alla bozza di risoluzione presentata dall’Algeria nella seduta odierna del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il testo prevede il cessate il fuoco immediato nel conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Washington invece propone una tregua temporanea legata al rilascio degli ostaggi di Hamas.
Tredici Stati sui quindici membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu hanno votato a favore della risoluzione. La Gran Bretagna si è astenuta. E’ la terza volta dall’aggressione di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023 che gli Stati Uniti mettono il veto su una bozza riguardante il conflitto nella Striscia di Gaza.
Il testo della risoluzione bocciata al Consiglio di Sicurezza non prevede un collegamento tra la tregua e il rilascio degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas. La proposta americana chiede invece di far dipendere il cessate il fuoco temporaneo dal rilascio dei prigionieri e, soprattutto, condanna l’offensiva di terra di Israele a Rafah. L’agenzia Reuters scrive di avere visionato il testo Usa.
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La posizione statunitense è gravemente contraddittoria: se si ritiene, come ormai pare evidente dai mezzi impiegati (non fanteria appoggiata da blindati leggeri ed elicotteri, ma cacciabombardieri e corazzati pesanti) che lo scopo della carneficina di Gaza sia non già la neutralizzazione della milizia di Hamas nè la liberazione degli ostaggi bensì il massacro terroristico dei civili palestinesi per indurli a fuggire in Egitto onde ricolonizzare la Striscia, capitolo dell’annessionismo dei governi del Likud in spregio al trattato di Oslo ed al processo di pace, non si può non sostenere, insieme alla giusta liberazione degli ostaggi, un immediato cessate il fuoco a tempo indeterminato (e sospendere gli aiuti militari ed economici ad Israele).
Per quanto riguarda il futuro della striscia è auspicabile che l’ONU, l’UE e la Comunità internazionale nel suo complesso provvedano a decretare, e a sostenere anche con robuste sanzioni a carico dell’occupante in caso di inadempienza, un’amministrazione fiduciaria pluriennale in capo all’Egitto.
L’assetto definitivo della Striscia dovrà poi essere stabilito nell’ambito del trattato di pace definitivo fra Stato d’Israele e Stato di Palestina che dovrà sortire dall’auspicabile ripresa del processo di pace previsto dal trattato Oslo, le cui condizioni politiche pregiudiziali sono, com’è noto, blocco e ridimensionamento della colonizzazione illegale israeliana in Cisgiordania e a Gerusalemme Est ed esclusione dal processo stesso delle forze politiche pregiudizialmente contrarie alla soluzione a due stati (Hamas ed alleati fondamentalisti, Likud ed alleati fondamentalisti e colonialisti).
22/2/2024
Nearco 7