Perché è alta la tensione diplomatica tra Ucraina e Bulgaria. La crisi in Europa orientale indebolisce la Nato e rafforza la Russia.
Il presidente della Bulgaria Rumen Radev definisce la Crimea un territorio russo e fa esplodere la crisi con l’Ucraina. Il governo di Kiev ha convocato l’ambasciatore bulgaro presentando le proprie rimostranze per le dichiarazioni del presidente considerate inaccettabili e inadeguate.
Le tensioni diplomatiche in Europa orientale proseguono lungo l’asse nord-sud del fianco orientale. Dal Baltico al Mar Nero l’instabilità politica tocca tutti i Paesi, una destabilizzazione che fa il gioco della Russia ed è tutta a vantaggio di Mosca. La Nato è in affanno nel suo fronte orientale e sembra non avere il controllo della situazione. La Russia, da parte sua, continua il gioco delle provocazioni e mette i Paesi l’uno contro l’altro, alimentando le tensioni. Come è successo con la Bielorussia, l’Ucraina e, prima ancora, la Turchia. Mosca ha bisogno di una Nato più frantumata; le serve anche un’Europa divisa. La posizione della Russia di Putin ricorda, sotto il profilo geopolitico, quella della Gran Bretagna post-napoleonica. Nel 1814 Londra aveva bisogno di un’Europa divisa, così come ci ha provato negli anni ’60 del XX secolo. Oggi la Russia è nella stessa situazione della Gran Bretagna di allora. Solo che Vladimir Putin, per cultura e tradizione, non è Lord Castlereagh o Lord Palmerston.