Alta tensione tra Russia e Armenia. Mosca teme l’avvicinamento tra Washington e Erevan.
La Russia ha convocato l’ambasciatore armeno a Mosca per protestare su quelli che definisce “passi non amichevoli”. Il Cremlino considera la repubblica ex-sovietica il suo cortile di casa. Il ministero degli esteri russo ha comunicato di contestare duramente la decisione armena di firmare l’adesione al Tribunale Penale Internazionale, di dare ospitalità alle esercitazioni militari degli Stati Uniti e il viaggio in Ucraina della moglie del primo ministro armeno per una campagna di aiuti internazionali.
Intanto, c’è stato il botta e risposta all’insegna del nervosismo tra il leader russo Vladimir Putin e quello ucraino Vlodymyr Zelensky. Il capo del Cremlino ha accusato l’occidente di avere provocato la guerra per contenere la Russia, ostacolare il suo sviluppo e limitare la sua tecnologia e crescita tecnologica. Il presidente ucraino risponde dando del bugiardo a Putin in un’intervista alla Cnn e ribadendo che non si può negoziare con lui. Zelensky ha detto senza mezzi termini che Putin ha ucciso Evgheny Prighozin, il leader della Wagner. Ha anche ammesso che la controffensiva ucraina rallenta a causa della superiorità aerea russa. Da Bruxelles la Nato ha condannato le elezioni indette dalla Russia nelle zone occupate del Donetsk, Luhansk, Zaporizhia e Kherson che erano state annesse al territorio russo dopo un referendum farsa che la comunità internazionale non ha mai riconosciuto.
Sul fronte di guerra la Russia ha condotto attacchi su Kherson, uccidendo 3 civili e ferendo quattro persone. Un missile russo ha inoltre colpito la città di Kryvyi Rih in Ucraina centrale causando la morte di un poliziotto e ferendo numerose persone.