Se quello che dicono le urne è vero, più che di una vittoria elettorale si tratta di un plebiscito per il presidente uscente Omar al-Bashir. Il presidente avrebbe ottenuto il 94,5% dei voti.

L’opposizione ha boicottato le elezioni mentre i governi occidentali hanno definito la votazione sudanese priva di credibilità.
Secondo la Commissione Elettorale i voti a favore di al-Bashar, candidato dal National Congress party, sono stati 5.252.478. Bashir, che è accusato di genocidio dal Tribunale Penale Internazionale, ha sconfitto l’avversario del Federal Truth Party, Fadl el-Sayed Shuiab, che ha ottenuto 79.665 voti pari all’1,43%. Gli altri partiti dell’opposizione hanno rifiutato di partecipare sostenendo che non c’era un contesto di vere elezioni democratiche.
I seggi elettorali sono stati disertati con un astensionismo alto nella capitale Khartum.
La condanna internazionale è arrivata da Stati Uniti, Gran Bretagna e Norvegia che hano accusato il governo Sudanese di non aver creato un clima elettorale favorevole e democratico. E ora si prevede aumento della crisi politica e ripresa degli scontri nel Darfur e in altre zone calde del paese.