Pronta la firma ufficiale della Costituzione. Nei prossimi giorni la nomina del premier. Militari e opposizione firmano l’intesa raggiunta un mese fa.
Il Sudan forse vede l’uscita dal tunnel. I militari e l’opposizione hanno firmato l’intesa raggiunta un mese fa e che prevede l’entrata in vigore della nuova Costituzione sudanese e la formazione di un governo transitorio che rimarrà in carica per tre anni.
La Giunta militare, che ha preso il potere a aprile dopo avere destituito il presidente Omar al-Bashir, ha ratificato l’accordo con il Movimento Politico per la Libertà e il Cambiamento, che ha guidato l’opposizione all’ex-presidente e poi ha promosso manifestazioni contro i militari. I prossimi passi ora sono la sottoscrizione formale e ufficiale della Costituzione, il cui testo è previsto nel documento ratificato, e l’elezione del Premier che dovrà guidare il governo della nuova era post-Bashir.
Il Premier sudanese
Il capo del governo transitorio sarà individuato 48 ore dopo la firma ufficiale della Costituzione. L’accordo prevede che non sia un militare. Tutti gli occhi sono puntati su Abdallah Hamdok, un diplomatico di carriera con una lunga esperienza in ambito internazionale. Hamdok viene dalla macchina burocratica del ministero degli esteri di Bashir. A suo favore gioca però il fatto di avere rifiutato un incarico di ministro nel governo dell’ex-presidente. Toccherà quindi probabilmente a lui formare il nuovo governo sudanese, scegliendo i ministri tra gli esponenti politici del Movimento per la Libertà e il Cambiamento.
Il Parlamento del Sudan
Oltre al governo, sarà eletto anche il nuovo parlamento sudanese. Sarà composto per il 67% da esponenti del Movimento per la Libertà e il Cambiamento, mentre il 33% sarà ricoperto da altri candidati.
Consiglio Supremo
E’ l’organo con il potere giudiziario, militare e amministrativo. In base all’intesa sarà composto da 5 generali e 6 civili. Tra questi membri ci sarà anche Mohamed Dagalo, il militare che ha governato il Sudan dopo il colpo di Stato che ha estromesso al-Bashir.
Milizie e esercito
L’esercito nazionale, diretta da un dicastero alla Difesa, avrà il compito di controllare le temute milizie Janjaweed, corpo personale dell’ex-presidente Bashir, responsabili di atrocità e violenze in tutto il Paese e in particolare nel Darfur. I servizi di sicurezza invece, accusati anche loro di atrocità, saranno sotto il controllo del governo e del Consiglio Supremo.
Intanto, la domanda è: “Che fine ha fatto l’ex-presidente al-Bashir?” Non si hanno più sue notizie da mesi e su lui pende un mandato di cattura internazionale per crimini contro l’umanità e crimini di guerra.