Il governo degli Stati Uniti ha deciso oggi di rimandare un ambasciatore in Sudan dopo 23 anni di assenza.
Le agenzie di stampa battono oggi la notizia del probabile arrivo in Sudan di un ambasciatore americano. Washington dopo 23 anni ha sciolto la riserva e deciso di inviare un proprio diplomatico in uno dei Paesi più travagliati d’Africa. Cosa ha convinto il Dipartimento di Stato a fare questa scelta? Sicuramente il cambio di testimone al governo del Paese africano. Omar al- Bashir era diventato una figura troppo scomoda per la Casa Bianca. Messo sotto accusa dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità, l’America ha pensato di dare una spallata forte alla credibilità internazionale del capo di Stato sudanese mantenendo interrotte le relazioni diplomatiche. In questo modo gli americani hanno tenuto in scacco e contribuito a isolare il Paese in cui nasce il fiume Nilo. Ora, dopo mesi di tensioni al limite della guerra civile e il rovesciamento di Bashir, gli Stati Uniti possono rivendicare il ruolo di non essere mai stati dalla parte dell’ex-presidente sudanese. E questo gli apre strade molto importanti e facilità di relazione con Khartoum.