Siria: botta e risposta tra Usa e Russia per la visita di Assad a Mosca

Stati Uniti e Russia non se le mandano a dire sulla Siria. Il presidente Barack Obama ha criticato oggi l’accoglienza riservata da Vladimir Putin al presidente siriano Bashar al-Assad in visita a Mosca.

Secondo la Casa Bianca, la Russia ha sbagliato a ricevere il Capo di Stato siriano colpevole di avere usato le armi chimiche contro la sua gente. In una nota rilasciata dallo staff di Obama, si riporta che la Russia smentisce così la sua stessa dichiarazione di volere lavorare per una transizione politica in Siria.

La risposta russa non si è fatta attendere. Al Cremlino hanno messo in luce come l’esercito siriano sia passato da una situazione di difensiva a una di offensiva. Il ministro degli esteri, Sergei Lavrov, ha anche aggiunto che la Russia si è mossa finora nel rispetto del diritto internazionale. Infine, la risposta a Washington direttamente da Puitn con l’accusa agli Usa di fare doppiogiochismo sulla lotta al terrorismo.

In questo batti e ribatti tra Usa e Russia è importante notare la dichiarazione del presidente Assad. Il presidente siriano ha ringraziato la Russia perché – ha detto- senza il suo intervento l’Isis e gli altri gruppi terroristi controllerebbero molto più territorio.

A chi si riferisce Assad quando parla di “altri gruppi terroristi”? Solo a formazioni affiliate ad Al-Qaida come il fronte al-Nusra? Oppure ha in mente anche i ribelli sostenuti dagli Stati Uniti per abbattere il suo regime? Probabilmente si riferisce anche all’opposizione siriana e alle formazioni ribelli.  A capire subito le implicazioni delle parole di Assad è stato Putin. Dopo l’incontro con il presidente siriano, Putin si è affrettato a specificare che Assad è disposto a collaborare con alcune formazioni ribelli.

Per Barack Obama è la risposta a queste domande è centrale. Perché Assad non sembra avere intenzioni di mollare il potere. Anzi, l’intervento russo lo ha probabilmente incoraggiato. Oggi alcuni media turchi hanno scritto di un accordo con il beneplacito Nato, poi smentito, per una exit strategy del Presidente siriano.

Se Assad continua a considerare terroristi i ribelli appoggiati dagli Usa per Obama si apre un problema gigante. Primo perché gli Stati Uniti anti Assad e la Russia pro Assad rischiano di entrare davvero in collisione in Siria. Secondo, perché senza una transizione politica che coinvolga l’opposizione e quindi i ribelli armati dagli Usa, la Siria rischia di tornare nella stessa situazione di prima. Assad governa da solo e l’opposizione è emarginata. Con l’unica differenza che questa volta dietro le quinte ci sono anche gli Usa e la Russia.

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