Cosa succede e perché si è arrivati alla guerra tra Gaza e Israele? A entrambe le parti fa comodo un conflitto anche se per motivi diversi.
Gli scontri dell’ultimo mese a Gerusalemme tra palestinesi e israeliani hanno portato inevitabilmente a una guerra. Le proteste palestinesi contro l’insediamento dei coloni ebraici e la contestazione del Jerusalem Day – che celebra il ritorno a Israele di Gerusalemme est- hanno soffiato sul fuoco.
Sono 227 le vittime accertate dopo oltre una settimana di scontri tra Israele e palestinesi della striscia di Gaza. Il 19 maggio sono continuati i raid dell’aviazione israeliana su Gaza nonostante l’appello di Joe Biden alla de-escalation. Il premier israeliano ha risposto al presidente Usa che andrà avanti finché non saranno raggiunti gli obiettivi stabiliti.
Il 18 maggio è stato il primo giorno senza vittime a Gaza nonostante i numerosi raid dell’aviazione israeliana. Due morti invece in Israele per i razzi lanciati dalla Siria e dal Libano. Dito puntato naturalmente sugli Hezbollah, i miliziani sciiti filo iraniani.
Nella notte tra il 16 e 17 maggio gli israeliani hanno distrutto 15 km di tunnel di Hamas nella striscia di Gaza. I raid hanno colpito i passaggi sotterranei per circa 20 minuti.
Un notte di razzi anche quella del 16 maggio. Hamas lo aveva annunciato e ha mantenuto la parola. Decine di razzi sono stati lanciati verso Tel Aviv. La risposta israeliana è stata durissima con 150 raid aerei che hanno sganciato bombe su Gaza, uccidendo 42 palestinesi tra cui 10 bambini. Colpiti centri strategici dell’intelligence militare di Hamas. Il premier israeliano ha detto che i raid continueranno finché saranno necessari.
Raffica di razzi su Israele e raid delle forze di difesa israeliane che hanno colpito il palazzo della stampa che ospita Al Jazeera e l’Associated Press. L’esercito di Tel Aviv aveva dato un’ora di tempo per sgombrare. Poi ha colpito e distrutto l’edificio. E’ il bilancio della giornata del 15 maggio non ancora finita perché Hamas ha annunciato un nuovo attacco alle 23 (ore italiane).
Intanto è arrivato a Tel Aviv l’inviato degli Stati Uniti per il medio oriente. Washington prova a mediare e a trovare una soluzione alla crisi. Lo stesso presidente Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con il leader palestinese Abu Mazen e si confronterà anche con il premier israeliano.
Non bastavano però gli scontri degli ultimi sette giorni sul versante della striscia di Gaza. Ora il conflitto si estende anche alla West Bank, o Cisgiordania. Truppe israeliane hanno usato gas lacrimogeni e hanno sparato contro palestinesi nei territori occupati a ovest del fiume Giordano.
Intanto per tutta la notte tra il 13 e 14 maggio le forze militari israeliane hanno lanciato raid contro Gaza. Manifestazioni anti israeliane si sono sviluppate in Libano e Siria. E proprio dalla Siria sono stati lanciati quattro razzi verso Israele senza però causare danni.
Almeno 100 razzi sono stati lanciati il 13 maggio dalla striscia di Gaza contro le città israeliane di Tel Aviv e Beersheba. Uno di questi è caduto in un parcheggio di Tel Aviv causando solo danni materiali. Ci sarebbero stati soltanto alcuni feriti.
Il movimento di Hamas ha rivendicato l’attacco. I suoi militanti hanno spiegato che è stato una risposta all’offensiva delle forze di difesa israeliane che hanno ucciso numerosi leader di spicco del movimento. E hanno distrutto postazioni, come i tre lanciatori per missili anticarro nella mattina del 13 maggio.
Le forze di difesa israeliana hanno attaccato negli ultimi giorni in continuazione la striscia di Gaza e hanno spostato i militari lungo la linea di demarcazione che separa Israele dal territorio della striscia. I morti palestinesi sono oltre 100, tra cui diversi bambini. Israele ha registrato sette morti.
Scontri tra arabi israeliani e ebrei sono continui anche all’interno di Israele tanto che il presidente ha avvertito di un rischio di guerra civile.
Perché Gaza e Israele fanno la guerra
La crisi tra Gaza e Israele è sfociata in una guerra che fa comodo a israeliani e palestinesi. Per i palestinesi, come ho spiegato in questo articolo, è l’occasione per far sentire la propria voce dopo gli accordi di Abramo. Con questi, alcuni Paesi arabi hanno fatto aperture a Israele, abbandonando di fatto la causa palestinese.
Non a caso Hamas, il movimento islamico che controlla la striscia di Gaza, ha invitato i palestinesi della Cisgiordania a unirsi nella lotta contro Israele. L’obiettivo è di accerchiare gli israeliani e mostrare agli arabi e al mondo che i palestinesi ci sono ancora. Hamas aspira a essere punto di riferimento e guida dei palestinesi e a scavalcare l’Anp di Abu Mazen.
In Israele il premier Benjamin Netanyahu coglie l’occasione dell’escalation militare per formare un governo di coalizione. Netanyahu stava affrontando una crisi politica profonda e sembrava vicino al suo tramonto politico. L’esplosione del conflitto con Gaza lo ha risollevato e potrebbe essere a capo di un nuovo governo a giugno. Ha quindi tutto l’interesse al proseguimento del conflitto. Nona caso, alcune indiscrezioni rivelate da El Paìs fanno intendere che l’esercito israeliano si prepara a una grande offensiva di terra per invadere Gaza. Rivelazioni poi smentite anche se qualche dubbio rimane.
Un’analisi più dettagliata sui retroscena del conflitto tra Israele e Gaza l’ho spiegato in questo post.
Hamas aveva dato un ultimatum a Israele il 9 maggio: i soldati e i coloni devono abbandonare la spianata delle moschee, la moschea di Al Aqsa e il quartiere Sheikh Jarrah entro le 18 del giorno dopo. L’ultimatum prevedeva anche la liberazione di tutti i prigionieri.
Alla scadenza, dalla striscia di Gaza sono stati lanciati 30 razzi verso il territorio israeliano. Un carro civile e non militare è stato colpito. La risposta israeliana è arrivata subito. L’aviazione ha attaccato postazioni di Hamas. Secondo le autorità di Gaza sono morte 20 persone tra cui nove minorenni (tre i bambini). Benjamin Netanyahu e l’esercito hanno minacciato una ritorsione durissima. Che è arrivata nei giorni successivi.
La tensione tra Gaza e Israele era esplosa lo scorso 24 aprile. Anche in quell’occasione almeno 30 razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso il sud di Israele. Nell’area le sirene di allarme hanno suonato più volte. Il sistema di difesa israeliano ha intercettato cinque razzi. L’aviazione israeliana ha risposto ai lanci con bombardamenti su Gaza. Incidenti sono scoppiati a Gerusalemme.