Shinzo Abe tra Abenomics e militarizzazione

L’uccisione dell’ex presidente Shinzo Abe, 67 anni, è una ferita profonda per il Giappone e per il mondo. Abe è stato ucciso dai colpi di un’arma rudimentale sparati da Tetsuya Yamagami, 41. anni, durante un comizio elettorale. L’ex presidente stava tenendo un comizio elettorale a Nara in occasione delle elezioni politiche per la Camera Alta.

Abe è stato un presidente “trasformista” del Giappone. Ha guidato il Paese dal 2012 al 2020, ha investito su un’economia espansiva e ha aperto la porta alla militarizzazione progressiva dello Stato nipponico.

Sul fronte economico la sua politica è stata definita “Abenomics”, un progetto che ha puntato su politiche fiscali di aumento della spesa pubblica e riduzione dei tassi di interesse e il deprezzamento dello Yen. A ciò si è accompagnato un piano di riforme strutturali. La Abenomics ha consentito al Giappone una crescita economica e di affrontare e superare la recessione seguita alla crisi finanziaria aperta nel 2008 negli Stati Uniti.

La svalutazione della moneta giapponese ha consentito di rilanciare le esportazioni giapponesi, minacciate dalla concorrenza cinese. Un aiuto è arrivato dalla scelta, sempre dei governi Abe, di portare i tassi di interessi su valori negativi.

Questa politica monetaria espansiva ha consentito al Giappone di uscire dalla situazione di deflazione cronica degli anni precedenti, mantenendo allo stesso tempo un controllo del tasso di crescita dell’inflazione mai oltre al 2%. Lo stesso aumento della spesa pubblica non è mai andato oltre l’1,5%, raggiungendo l’11,5% del debito pubblico.

La Abenomics mostrò subito risultati positivi nel 2013 con un balzo di crescita economica del 3,5%. Un dato che si è consolidato negli anni successivi. E’ rimasto aperto il problema dei salari reali che hanno perso il potere d’acquisto a causa dell’aumento dell’inflazione. Tuttavia, nel corso degli anni si è assistito a un adeguamento del valore dei salari reali al tasso di aumento dei prezzi al consumo.

Sul fronte costituzionale Abe ha trasformato la tradizionale demilitarizzazione del Paese. Con alcuni emendamenti nel 2017 ha abbandonato la Costituzione “pacifista” uscita dalla seconda guerra mondiale e eredità del generale MacArthur. Un ritorno al Giappone militarizzato ha preoccupato la Cina e la Corea del Nord. I cinesi vedono nel potenziamento dell’esercito nipponico un affronto nei loro confronti e una minaccia nel Mar del Giappone. Allo stesso modo la Corea del Nord teme l’estensione dell’influenza di Tokyo nella regione. Abe ha giocato un ruolo importante anche nella creazione del Quad, l’alleanza dell’Indo-Pacifico in chiave anti-cinese.

Stimato e apprezzato nelle capitali occidentali e non, Shinzo Abe è stato un vero leader, capace di riportare il Giappone al ruolo di potenza degli anni ’90. E’ bastato uno squilibrato per scrivere la parola fine alla sua storia.

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