Russia e Bielorussia: esercitazioni militari e integrazione economica

La Russia e la Bielorussia sono sempre più integrate. I due Paesi hanno lanciato grandi esercitazioni militari congiunte e hanno firmato un accordo di integrazione economica e cooperazione energetica.

Esercitazioni militari congiunte e un accordo per realizzare un mercato unificato di gas e petrolio. Russia e Bielorussia sono sempre più una cosa sola. Alexander Lukashenko, presidente bielorusso, è completamente dentro l’orbita russa e sotto l’ombrello protettivo di Vladimir Putin. Il leader di Minsk ha sempre gravitato nel campo del Cremlino. Ora si sposta del tutto a est, consolidando la partnership con Mosca. Il colpo di reni per superare la linea del traguardo oltre il quale c’è Putin a attenderlo, è arrivato dalle sanzioni economiche imposte dall’Ue dopo le vicende elettorali dell’agosto 2020 e l’affaire del volo da Atene alla Lituania con a bordo un blogger dissidente bielorusso.

In questi giorni Putin e Lukashenko hanno rafforzato la loro partnership e avviato un percorso di maggiore integrazione. Il 9 settembre entrambi i Paesi hanno cominciato esercitazioni militari congiunte. E’ l’operazione “Zapad 2021”. Per una settimana, gli eserciti fanno giochi di guerra nei rispettivi territori e nell’area del Mar Baltico. La Russia ha messo a disposizione le sue zone occidentali.


Zapad 2017, le grandi esercitazioni


Le esercitazioni, pur se a livello di war games, preoccupano la Nato e soprattutto i Paesi del fianco orientale più vicini al confine russo. La Nato ha lanciato l’allarme sui rischi di un possibile incidente, data la vicinanza ai confini dei Paesi membri, che potrebbe aprire una crisi profonda.

Il ministro della difesa russo ha reso noto che sono impiegati circa 200.000 militari nelle esercitazioni, 80 aerei e elicotteri, 15 navi e 300 carri armati. Sono coinvolti anche i militari di Mongolia, Armenia, India, Kazakhstan e Kirghizistan. Oltre a quelli della Bielorussia.

La cerimonia di inizio delle esercitazioni coincide con l’incontro al Cremlino tra Putin e Lukashenko. I due leader hanno trovato l’accordo per realizzare un mercato unico di gas e petrolio e per potenziare l’integrazione economica dopo quelle che entrambi ritengono sanzioni ingiustificate da parte dell’Unione Europea.

Nel corso della conferenza stampa congiunta, Putin e Lukashenko hanno annunciato di avere un’intesa su 28 punti di integrazione economica, prevedendo un approccio comune sulle politiche macro-economiche, incluse la politica monetaria, quella fiscale e i regolamenti commerciali.

I due leader hanno anche annunciato progetti per integrare i loro mercati energetici. Putin ha spiegato che entro il dicembre 2023 firmeranno l’accordo per un mercato unificato del gas, mentre concluderanno trattati simili sul petrolio e l’elettricità. Mosca, ha detto il presidente Putin, lascerà invariati per la Bielorussia i prezzi del gas naturale.

Putin considera la Bielorussia, con i suoi 9,5 milioni di abitanti, uno stato cuscinetto importante come barriera per l’Occidente. Per questo ha fatto in modo che Lukashenko rimanesse al potere e non cadesse nell’orbita occidentale. Tanto che ha fatto sapere che la Russia concederà a Minsk 640 milioni di dollari in prestiti entro la fine del 2022. L’integrazione economica apre la strada a quella politica. E Putin non ne fa un mistero visto che ne ha parlato in conferenza stampa.

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