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Ritorno a sinistra: il Brasile ha scelto Lula

Lula vince con il 50,9 % e torna a fare il presidente per la terza volta. Sconfitto Bolsonaro, presidente uscente.

Luiz Inacio Lula da Silva vince di misura su Jair Bolsonaro e si conferma per la terza volta presidente del Brasile. Il turno di ballottaggio tra i due candidati è stato un testa a testa continuo che si è concluso con il 50,9% ( 60.345.999 voti) dell’ex presidente brasiliano. Bolsonaro, presidente uscente e leader del partito liberale, sfiora quota 50%, fermandosi al 49,1% (58.206.354 voti). Sono 5.700.443 i voti nulli o non validi.

Con una campagna elettorale centrata sui temi della corruzione, Covid, economia e perfino cannibalismo, il 77enne Lula ritorna al palazzo di Brasilia. È un ex operaio metalmeccanico che ha ricoperto il ruolo di presidente per due mandati consecutivi dal 2003 al 2010. Nel 2017 è stato accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta Petrobas e condannato.

Dopo 580 giorni di prigione la sentenza è stata annullata dalla Corte Suprema. Il giorno del suo rilascio si è fatto fotografare fuori dalle porte del carcere di Curitiba, dove scontava la pena, con il pugno sinistro alzato al cielo in segno di vittoria e ha ringraziato i suoi sostenitori che per 18 mesi andavano ogni mattina e sera sotto la prigione urlando buongiorno o buonanotte presidente.

Lula, che si è sempre dichiarato innocente, non ha potuto candidarsi alle presidenziali del 2018 ma è comunque rimasto il leader più carismatico della sinistra brasiliana.

La reazione dello sconfitto Bolsonaro è stata durissima. Il presidente uscente ha dichiarato di non accettare i risultati elettorali, mettendo in discussione il sistema di spoglio elettronico. Bolsonaro è sotto il fuoco delle critiche per la sua gestione del Covid. Una recente statistica delle Nazioni Unite ha mostrato come il Brasile abbia avuto l’11% dei morti da pandemia rispetto al dato mondiale pur avendo una popolazione pari al 3% di quella mondiale.

Con la vittoria di Lula il Brasile svolta di nuovo a sinistra, colorando quasi tutto di rosso il continente sudamericano. Il neo presidente ha condotto una campagna elettorale ambientalista, sui diritti e sul lavoro parlando soprattutto alle classi più deboli. Sull’Amazzonia, al centro di ogni campagna elettorale, Lula si è impegnato a accettare una cooperazione internazionale per la sua tutela. Bolsonaro proponeva una deforestazione, linea seguita in questi anni del suo governo. Vedremo nei prossimi mesi se la promessa verrà rispettata.

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