Iran: a Ginevra si decide solo di continuare a Vienna i negoziati sul nucleare.

Stati Uniti e Iran si sono incontrati a Ginevra per il negoziato finale sul programma nucleare di Teheran. Il dialogo continua a Vienna nei prossimi giorni. Sul tavolo restano le questioni dell’abolizione delle sanzioni economiche e dell’accesso ai siti militari iraniani per le ispezioni dell’Agenzia Atomica.

A Ginevra sono ripresi senza esito i colloqui per giungere a un'intesa sul nucleare iraniano. Si continua a Vienna
Un momento dell’incontro di Ginevra tra la delegazione Usa e Iraniana

La road map verso l’accordo sul programma nucleare iraniano ha ripreso il suo cammino a Ginevra e proseguirà a Vienna nei prossimi giorni. A un mese esatto dal 30 giugno, il termine entro cui sottoscrivere l’accordo, il segretario di stato Usa John Kerry e la sua controparte iraniana, il ministro degli esteri Mohammed Javad Zarif, si sono incontrati a Ginevra.

Quello che dovrebbe essere l’ultimo round dei negoziati sul nucleare iraniano, ha in realtà sul tavolo due questioni centrali rimaste insolute nell’intesa raggiunta a Losanna il 2 aprile scorso. Da un lato c’è la richiesta iraniana di abolire le sanzioni economiche subito dopo la firma dell’accordo. Dall’altro, le sei potenze controparti (Usa, Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia, Germania) chiedono all’Iran di consentire a un team di scienziati di ispezionare i siti militari iraniani. Su entrambi i temi non si è trovata un’intesa e se ne riparla a Vienna nei prossimi giorni.

Secondo un funzionario del Dipartimento di Stato, citato dal Guardian, Kerry e Zarif si sono confrontati per sei ore discutendo serenamente sulle questioni in Agenda.

A Vienna, nelle scorse settimane, i negoziatori hanno portato avanti i contenuti dell’accordo quadro da sottoscrivere che, secondo alcuni diplomatici, dovrebbe consistere in una bozza di accordo politico e tre allegati tecnici.

Sulle due questioni centrali però la bozza manca di dare risposte. Il vero punto critico sono le ispezioni degli scienziati della Iaea (l’agenzia Onu per l’energia atomica). Se l’agenzia Onu non riesce ad avere accesso ai siti militari in tempi rapidi, concordano molti diplomatici occidentali, il problema diventa serio perché l’Iran potrebbe avere il tempo di far trasferire o nascondere prove di armi nucleari. Anche al Dipartimento di Stato Usa concordano e hanno fatto sapere che senza ispezioni non firmeranno alcun accordo. L’Iran invece nega qualunque ambizione a sviluppare un programma di armi nucleari e ripete che il suo progetto riguarda solo gli usi pacifici dell’energia nucleare.

Sulle sanzioni economiche Teheran chiede l’abolizione all’indomani della firma dell’accordo. Le sei potenze sostengono invece che vadano abolite progressivamente secondo un progetto che tenga conto del rispetto iraniano dei termini dell’accordo.

A Ginevra si è discusso anche dell’eventualità di far slittare la deadline del 30 giugno. Su questo punto gli Stati Uniti sembrano irremovibili e hanno fatto sapere che non intendono continuare il dialogo dopo il 30 giugno. Più “morbido” l’atteggiamento francese, che vede inevitabile lo slittamento delle discussioni a luglio. Il ministro degli esteri iraniano ha risposto “vedremo” ai giornalisti che gli chiedevano se l’accordo sarà firmato per forza entro il 30 giugno. Invece, il negoziatore iraniano Abbas Araqchi ha avvertito che il termine di scadenza per trovare l’accordo dovrà necessariamente essere spostato. La proposta è il 30 luglio. Proprio Araqchi ha spiegato da Ginevra- secondo l’agenzia Irna– che ci sono divergenze irrisolte sul testo del futuro accordo.

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