Retrospettiva americana: Will T. Massey

Il celebre magazine Rolling Stones ha definito Will T. Massey come “la voce originale del Texas”.

Il celebre magazine Rolling Stones ha definito Will T. Massey come “la voce originale del Texas”. La rivista Time ha scritto che nella musica di Massey “l’anima irrequieta di Hank Williams si abbina senza sforzo con un cuore rock’n’roll. La definizione che però preferisco, avendo scoperto Massey nel 1991 al tempo dell’uscita dell’album omonimo, è quella riportata sull’Austin Chronicle:

“Come uno Springsteen del Texas occidentale, Massey scrive canzoni che raccontano il dramma del quotidiano”

Ho sempre considerato Will T. Massey tra i migliori cantautori della root music americana. Nato a Sant’Angelo in Texas nel dicembre 1968, la musica di Massey ricorda le strade polverose texane, la ballata del sud degli States, le storie alla Bruce Springsteen e John Cougar.

L’album che lo ha reso celebre porta il suo stesso nome e fu pubblicato nel 1991. Non è stata la sua prima opera. L’artista americano aveva già fatto uscire altri tre album: Slow Study (1989), Kicking up dust (1988) e Picking, poker and pickup trucks (1987). Queste prime opere musicali non ebbero gran seguito (se non negli ambienti universitari). Slow Study fu addirittura registrato per la cassetta e con tiratura limitatissima, un’operazione più destinata a farsi conoscere dalle etichette discografiche più che dal pubblico.

E infatti lo notò la Mca, una grande major discografica che fu artefice del lancio di Will T. Massey. Nei primi dischi si sente già lo stile del cantautore texano: voce profonda con tonalità leggermente rauca, ballate, testi che raccontano di storie quotidiane, di fatica e sudore, di amori e amicizie. Tutti gli ingredienti della folk music del sud degli States.

Quando nel 1991 la Mca pubblicò Will T. Massey, un album che porta il suo nome, fu un successo. il sound è quello polveroso di Steve Earle unito all’energia di Springsteen. Si ascolti “I aint’ here” per capire. Una ballata in puro stile root-musica texano. Proprio al Texas, Will T. Massey dedica molti dei suoi pezzi. In un’intervista rilasciata alla rivista Buscadero nel 1991, il cantautore spiega che le sue canzoni parlano della sua gente e delle storie del suo Paese, il Texas. Può apparire strano, ma nella medesima intervista Massey racconta che uno dei suoi cantanti preferiti è Iggy Pop, un musicista che sembra agli antipodi rispetto allo stile del cantautore texano.

Successivamente arriva Letter in the wind. Quando esce è il 2006. Sono passati 15 anni da quello precedente. Massey ha attraversato un lungo periodo di crisi. Alcuni siti Usa parlano di schizofrenia, altri di depressione. Sicuramente il cantautore texano è stato malato, molto malato. Torna con questo album dal profumo malinconico. La voce sembra più fragile e impacciata. I testi sono più romantici. I pezzi più belli sono a nostro giudizio Yesterday without you e I’ll never love you wrong.

Prima di Letter in the wind era uscito nel 2005 Alone, un prova generale di rilancio dell’artista passata un po’ inosservata.

Infine, nel 2007 esce Slow Study, un rifacimento dell’esperienza discografica del 1989. Massey è tornato. La voce è quella rauca di sempre, la ballata e la storia è quella texana. L’energia c’è. Massey è cresciuto, Sono passati molti anni da quell’album del 1991. L’artista texano però è cresciuto nonostante la crisi. Da allora non si hanno più notizie di altri album.

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