Prima dell’Anschluss di Hitler, la Repubblica d’Austria voleva unirsi alla Germania. Ci provò con una proposta alla Conferenza di Pace del 1919.
Prima dell’annessione dell’Austria alla Germania (Anschluss) nel 1938, la questione dell’unione territoriale austro-tedesca emerge con forza durante la Conferenza di Pace del 1919 a Parigi.
Nella capitale francese, la delegazione austriaca chiede l’incorporazione del proprio territorio in quello della Germania. I delegati di Vienna, tutti di lingua tedesca, fanno appello ai principi wilsoniani della nazionalità e autodeterminazione dei popoli. E chiedono, di conseguenza, la possibilità di un’unione territoriale con la Germania.
Questa prospettiva inquieta la Francia. Il nuovo Reich tedesco, pensano negli ambienti politici francesi, acquisterebbe un territorio (quello austriaco) di sei milioni e mezzo di abitanti, ricco di risorse di minerali come il ferro e un’organizzazione bancaria e finanziaria solida. Questi vantaggi compenserebbero la Germania della perdita dell’Alsazia Lorena, della Posnania e dello Schleswig settentrionale. La Germania resterebbe quindi una potenza anche con il territorio amputato a ovest, la smilitarizzazione e le pesanti riparazioni economiche per i danni di guerra che sarebbero state decise nella Conferenza di Pace.
La proposta di annessione alla Germania arriva il 9 gennaio 1919. A farla è il cancelliere austriaco Karl Renner. Il 16 febbraio ci sono le elezioni per l’Assemblea Costituente che danno una forte maggioranza al partito socialista austriaco. Quest’ultimo si schiera a favore dell’unificazione con la Germania.
Inglesi e americani sono disposti a dare il loro consenso e sostenere la proposta austriaca. Parigi si oppone. George Clemenceau, premier francese, considera una minaccia la fusione austro-tedesca. Trova l’appoggio di Vittorio Emanuele Orlando, presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia, a capo della delegazione italiana. Roma teme di vedere lo Stato tedesco esteso fino al Brennero.
In queste condizioni Gran Bretagna e Stati Uniti fanno marcia indietro. Non possono rischiare di creare una frattura tra i quattro alleati vincitori della guerra (Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti). Così, passa la linea franco-italiana. L’articolo 88 del Trattato di Versailles e l’articolo 80 del Trattato di Saint-Germain proibiscono alla Repubblica austriaca di “alienare la propria indipendenza”, modo elegante per dire no all’annessione con la Germania. Wilson riesce però a fare introdurre un articolo che prevede la possibilità dell’annessione se c’è il consenso della Società delle Nazioni. Tutto poteva quindi ricominciare. Come effettivamente fu.