Il dittatore russo deve giustificare al Paese i costi umani ed economici del conflitto, rendendo difficile un’accettazione di risultati parziali.
Dalla Russia tutto tace sul cessate il fuoco. Il Cremlino continua a fare la voce grossa con le armi, mentre sulla tregua annuncia che “mancano ancora molte risposte”. Quella del presidente russo Vladimir Putin è la solita strategia di prendere tempo e rinviare il più possibile una presa di posizione sulla cessazione delle ostilità.
Cosa succede in Ucraina-aggiornamento sulla guerra
Putin – come il suo cerchio magico- non ha alcuna intenzione di cessare il fuoco in Ucraina. Il dittatore russo deve rendere conto al Paese del numero enorme di militari morti in guerra, dell’offensiva ucraina nelle regioni russe del Kursk e di Belgorod che ha riportato dopo oltre ottant’anni truppe straniere sul territorio di Mosca. Putin deve spiegare alle tante madri russe che le morti dei loro figli hanno portato a risultati importanti. Putin deve spiegare alla nazione che i sacrifici economici e le ristrettezze create dall’economia di guerra ma anche dalle sanzioni internazionali sono servite per raggiungere grandi risultati. Putin non può quindi spiegare ai russi che tutto ciò che porta a casa è solo qualche lembo di territorio nel Donbass.
Il dittatore di Mosca vuole quindi di più. Non può accontentarsi di poco, dopo il sacrificio che ha chiesto ai russi. Pena: fare la fine dello Zar Nicola II. Per questo il Cremlino non ha alcun interesse a accettare la tregua di Donald Trump. Ha detto Volodymyr Zelensky: “Ora vedremo chi vuole davvero la guerra e la pace”. In effetti, Kiev ha accettato il cessate il fuoco nonostante l’umiliazione che Zelensky ha subito da Trump alla Casa Bianca. Putin, protagonista di qualche telefonata con Trump, non ha fatto altro che attaccare l’Ucraina e spostare più in là qualunque decisione sulla tregua. Putin, è evidente, non vuole la pace.
In questo contesto si assiste alla completa inerzia americana. Il culturista Trump sembra aver smesso di gonfiare i muscoli. Ha soffiato come un toro prima di caricare, ma poi si è fermato dopo un paio di telefonate con il dittatore russo, il quale non ha dato alcuna garanzia al presidente Usa prendendolo per il naso. Il mondo non si fida più dell’America.
La Francia può divenire il nuovo pivot della politica internazionale. Il suo presidente, Emmanuel Macron, può essere l’anti-Putin. Macron non molla e non fa sconti a Mosca. Non li ha fatti fin dall’inizio della strategia diplomatica di Trump. Il capo dell’Eliseo non si è mai fidato di Putin e non dà peso alla parola del dittatore. Non ha mai creduto che Putin possa accettare un cessate il fuoco. L’unica strada da seguire, secondo la dottrina di Macron, è quella di mostrare i muscoli e fare seguire i fatti alle parole. E’ l’unico linguaggio che che Putin comprende. Da qui la sua proposta di mandare i militari europei in Ucraina come forza di peace-keeping. Una prospettiva che ha fatto arrabbiare Serghej Lavrov e Dmitry Medvedev. Macron ha dalla sua l’ombrello dell’atomica. Il capo dell’Eliseo sa che Putin non userà le armi nucleari. Perché Parigi ha la capacità di risposta nucleare. Il presidente francese ha detto in conferenza stampa insieme al presidente egiziano che: “È ormai urgente che la Russia ponga fine alle finzioni e alle tattiche dilatorie e accetti il cessate il fuoco senza condizioni, che è stata la proposta del presidente Trump, proposta accettata dal presidente Zelensky a Gedda”.
La guerra russo-ucraina è ancora lontana dal trovare una soluzione. Zelensky ha fatto un passo. Putin non ne ha fatti. Come scriveva Winston Churchill: “La Russia è come un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma”.