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Putin decide sanzioni economiche per la Turchia

Vladimir Putin ha apposto la propria firma in calce al decreto che impone le preannunciate sanzioni contro la Turchia come ritorsione per il recentissimo abbattimento di un caccia russo sul confine con la Siria. Il provvedimento, cosi’ promulgato, s’intitola significativamente ‘Misure per garantire la sicurezza nazionale e per proteggere i cittadini della Federazione Russa da azioni criminose e altre azioni illegali, e l’applicazione di misure economiche speciali nei confronti della Repubblica Turca”.

Secondo quanto reso noto dal Cremlino, in primo luogo prevede temporaneamente il divieto ovvero restrizioni sull’importazione di determinate tipologie di merci, se originarie della Turchia e purche’ inserite in un’apposita lista predisposta dal governo centrale, con l’eccezione dei beni per uso strettamente personale che non eccedano l’ammontare previsto dalle norme dell’Unione Economica Eurasiatica della quale, oltre a Mosca, fanno parte Kazakhstan, Bielorussia, Armenia a Kirghizistan. Lo stesso vale per le forniture di servizi da parte turca: al riguardo, non senza intento provocatorio, si citano le aziende di trasporti e simili, da sottoporre a controlli particolari, e di nuovo si invocano principi di “sicurezza”.

Dal 1 gennaio prossimo agli imprenditori russi sara’ proibito assumere lavoratori turchi che non fossero gia’ sotto contratto alla data del 31 dicembre.
A operatori e agenti turistici e’ fatto divieto di vendere viaggi concernenti la Turchia.
Si da’ mandato all’esecutivo di adottare misure che blocchino i collegamenti aerei charter tra i due Paesi, e che varino una vigilanza rafforzata nei porti marittimi russi.
Infine, sempre dall’inizio del 2016, si sospendono gli affetti del trattato bilaterale che aboliva il regime dei visti perche’ i cittadini di Ankara potessero entrare in Russia, fatti salvi il personale diplomatico e consolare, i rispettivi familiari e, piu’ in generale, chi sia preventivamente provvisto di permessi permanenti o temporanei di residenza.

Se ufficialmente la Turchia non ha ancora reagito al decreto con cui oggi Vladimir Putin le ha imposto una serie di pesanti sanzioni, a titolo di rappresaglia per il recente abbattimento di un caccia russo sul confine con la Siria, in via riservata fonti governative hanno avvertito che il provvedimento non fara’ che peggiorare la situazione venutasi a creare. “Sanzioni del genere riusciranno soltanto a danneggiare i rapporti bilaterali”, hanno sottolineato le fonti turche. “Mosse simili non rendono le cose piu’ facili, anzi, aggravano il problema”.

“Vorrei che non fosse successo ma e’ successo. Spero che una cosa simile non accada di nuovo”: lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, esprimendo per la prima volta rammarico per l’abbattimento del caccia Su-24 russo ad opera dell’aviazione turca. Lo riferisce il Jerusalem Post. Nel corso di un intervento pubblico nella provincia occidentale di Balikesi, il leader turco ha aggiunto che la conferenza sul clima di Parigi potra’ essere un’opportunita’ per smorzare le tensioni con Mosca e ha rinnovato la richiesta di un incontro col presidente russo, Vladimir Putin, a margine del vertice di Parigi sul clima la prossima settimana.

Il Cremlino considera Recep Tayyip Erdogan un individuo piuttosto imprevedibile, e dunque non facili da ipotizzare gli sviluppi della crisi provocata dall’abbattimento di un caccia Su-24 russo da parte di due F-16 di Ankara, martedi’ scorso nel cielo sovrastante il confine tra Turchia e Siria: lo ha affermato nel corso di un’intervista televisiva Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin. “Dal nostro punto di vista”, ha osservato Peskov, “il livello di prevedibilita’ delle azioni del leader turco ora come ora e’ certamente difficile da stabilire”. Alla domanda se la Turchia potrebbe reagire a eventuali iniziative di Mosca, denunciate come aggressione, impedendo alle navi russe il passaggio attraverso gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, e quindi chiudere l’accesso dal Mar Nero al Mediterraneo, il portavoce di Putin ha preferito sorvolare, limitandosi a sottolineare che non e’ il momento di discutere di scenari apocalittici.

Intanto a Diyarbakir e’ stato ucciso il leader degli avvocati curdi Tahir Elci da alcuni killer al termine di una conferenza stampa. Proteste e scontri in piazza. Erdogan, come riferisce Anadolu, parlava durante un incontro pubblico nella provincia occidentale di Balikesir.

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