Il presidente russo Vladimir Putin nel discorso sullo stato della nazione alza la voce con la Turchia. E intanto blocca i negoziati con il governo di Ankara per il progetto del gasdotto Turkish Stream.

Nella sala di San Giorgio al Cremlino, il presidente della Russia Vladimir Putin ha tenuto come ogni anno il suo discorso sullo “stato della nazione”. L’intervento, davanti ad autorità statali e ai deputati della Duma, ha toccato la spinosa questione dei rapporti con la Turchia.
Putin con i turchi ci è andato pesante. Ha assicurato che Ankara si pentirà per avere abbattuto il caccia russo al confine tra Siria e Turchia. La reazione russa, ha spiegato il capo del Cremlino, non si limiterà a mettere solo qualche sanzione. E quasi allo stesso tempo ha bloccato il negoziato sul gasdotto Turkish Stream con la Turchia. L’impianto è destinato a portare il gas russo in Europa attraverso il territorio turco.
Per il presidente russo, la Turchia è complice dei terroristi e l’abbattimento del jet è un atto vile e di tradimento. Ironicamente, Putin ha detto di non capire perché lo hanno fatto e solo Allah lo sa. Tuttavia, il capo del Cremlino ha anche rassicurato dicendo di non attendersi reazioni isteriche e nervose che possono essere pericolose per la Russia e il mondo.
Il discorso di Putin sembra però rivolto più all’opinione pubblica russa che alla Turchia. Nei giorni scorsi, il Parlamento russo aveva parlato di diritto di reazione per la Russia dopo l’abbattimento del jet da parte dei turchi.