Yevgeny Prigozhin, leader e fondatore del gruppo mercenario Wagner, è morto. Il suo jet privato si è schiantato con a bordo 10 persone, tra le quali Prigozhin e il suo vice Dmitry Utkin. L’aereo stava viaggiando da Mosca a San Pietroburgo quando è stato colpito probabilmente dalla contraerea russa. Il New York Times invece riporta che sarebbe stato un ordigno a bordo del jet. Non c’è nessun superstite. Per gli americani c’era da aspettarselo. Prigozhin aveva minacciato a giugno di marciare su Mosca dopo forti critiche al ministero della difesa per la conduzione della guerra in Ucraina. Vladimir Putin aveva definito Prigozhin come un “traditore”, che “ha tirato un colpo alla schiena”. Il presidente russo non ha perdonato a Prigozhin il tentato golpe dello scorso 24 giugno. E ha preparato con cura la vendetta. L’abbattimento del jet su cui viaggiava il fondatore della Wagner è una dimostrazione al mondo di chi comanda a Mosca. Dal Cremlino non ci sono stati commenti immediati sulla morte di Prigozhin. Solo in serata è intervenuto Putin. La tv russa ha fatto solo un semplice annuncio come fosse una news breve di second’ordine. Anne Applebaum, giornalista del Washington Post e The Atlantic oltre che docente alla John Hopkins University, ha scritto sulla sua pagina Facebook che Putin aveva bisogno di uno spettacolare e teatrale atto di violenza. E così è stato. In serata sono arrivate le dichiarazioni di Putin: “Prigozhin è stato un uomo di talento che ha commesso errori”. Il presidente russo ha detto di attendere la fine delle indagini per capire cosa sia successo.
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