Come Egitto e Etiopia potrebbero iniziare una guerra dell’acqua.La politica internazionale dell’Egitto passa dal Nilo. Il fiume più lungo del mondo, con i suoi 6671 km, ha un bacino enorme. Almeno dieci Paesi hanno le loro economie e gli interessi nazionali strategici legati al grande percorso fluviale: Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Kenya, Ruanda, Sudan, Tanzania, Uganda, Egitto.
Lo scrittore greco Erodoto ha ben sintetizzato il legame tra l’Egitto e il grande fiume: “L’Egitto è il Nilo, il Nilo è l’Egitto”. La sintesi è del V secolo d.C. ma è ancora attuale. La politica egiziana verso l’Africa trova nel grande fiume tutta la sua consistenza.
Il Cairo salvaguarda e protegge il tratto egiziano del Nilo. Una via fluviale di 1000 km interamente navigabile. Qualunque minaccia su questa via d’acqua può scatenare la dura reazione del governo del presidente al-Sisi. La ragione è che senza il controllo sul Nilo, l’Egitto sarebbe disabitato. Per capire è sufficiente pensare che la maggior parte dei 90 milioni di egiziani vive in prossimità del grande fiume.
L’Egitto è diventato uno stato-nazione molto prima dei Paesi europei. Basti pensare alla sua antica storia e civiltà. Nonostante questo non è mai andato oltre l’essere una potenza regionale. Non fu mai grande potenza, neppure nell’antichità, durante i gloriosi regni faraonici. Con il deserto su tre lati, non fu potenza per un elemento ambientale da non sottovalutare. In Egitto non ci sono molti alberi. Senza questi un Paese non poteva creare una grande marina, e diventava insostenibile solcare i mari e esportare il proprio dominio. Certo, una marina l’Egitto l’ha sempre avuta. Le navi erano fatte con i cedri importati dal Libano. I costi però erano altissimi e non si è mai trattato di una flotta oceanica.
Le forze armate egiziane però sono le più potenti dei Paesi arabi. L’esercito è tecnologicamente avanzato. I progressi sono dovuti in parte all’aiuto americano.
Nonostante una posizione geografica difficile, l’Egitto ha tra le sue mani un’arma a doppio taglio. Si chiama Canale di Suez. Da qui passa ogni giorno l’8% del traffico commerciale mondiale. Se il governo egiziano dovesse decidere di chiudere il Canale, le navi e i cargo commerciali impiegherebbero 15 giorni in più per arrivare in Europa e altri dieci per raggiungere gli Stati Uniti. La chiusura del Canale però avrebbe ripercussioni commerciali e politiche serie anche sull’Egitto. In particolare, un isolamento politico internazionale.
Oggi il pericolo prevalente per l’Egitto non arriva da Israele, contro cui ha combattuto cinque guerre. Il pericolo arriva dall’Etiopia. E’ qui che si rischia un conflitto. E la causa dello scontro politico-diplomatico è proprio il Nilo. Se c’è una guerra dell’acqua che potrebbe esplodere è tra Egitto e Etiopia, due dei Paesi più antichi dell’Africa, ma anche con gli eserciti più numerosi.
La crisi del Nilo si sviluppa perché il maggiore apporto di acqua nella parte egiziana del fiume arriva dal Nilo azzurro, che nasce in Etiopia. L’Etiopia è chiamata la “cisterna dell’Africa”. Nella parte montagnosa ha almeno venti dighe. Nel 2011, il governo di Addis Abeba ha annunciato la costruzione di una gigantesco bacino idroelettrico ai confini con il Sudan. Il progetto è stato sviluppato dalla Cina. La grande diga sarà operativa nel 2020 e servirà per produrre energia elettrica. Questo non dovrebbe interrompere il flusso d’acqua verso l’Egitto. Ma il progetto prevede anche di contenere riserve di acqua per un anno. Riserve che l’Etiopia tiene per sé, riducendo di molto il flusso di acqua che va verso l’Egitto.
L’esercito dell’Etiopia non è forte come quello egiziano ma poco ci manca. L’Etiopia ha oltre 100 milioni di abitanti, e sta crescendo come potenza. Al Cairo sono consapevoli di tutto questo. Così come sanno che la distruzione della diga provocherebbe un gigantesco allagamento nella valle del Nilo tra Etiopia e Sudan. L’Egitto non ha un casus belli in questo momento. Sicuramente cominceranno tra i due Paesi i negoziati per evitare che il flusso di acqua verso l’Egitto non venga interrotto. La guerra dell’acqua tra Egitto e Etiopia è comunque una tra le più verosimili tra tutte quelle che vengono paventate.
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