Il presidente francese Emmanuel Macron ha anticipato i contenuti del piano per frenare l’immigrazione illegale nel Mediterraneo verso le coste d’Europa. Le linee generali del progetto sono state sviluppate durante un incontro a Parigi tra i presidenti di Spagna, Francia, Italia e Germania e i leader africani del Ciad e Niger. Al centro del confronto il tema dei migranti e delle rotte del Mediterraneo in particolare quella tra Libia e Italia. Le proposte emerse saranno valutate nuovamente in un vertice in Spagna tra ottobre e novembre.
Ecco il piano per frenare l’immigrazione spiegato in cinque punti:
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Lotta ai trafficanti di esseri umani migliorando la stabilità della Libia e fornendo più aiuti e sostegno ai Paesi di passaggio. Il presidente francese ha proposto che le richieste di asilo siano gestite direttamente dalla Libia, Ciad e Niger.
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Il presidente del Niger Mahamadou Issoufou ha sostenuto che ai trafficanti di persone vanno offerti mezzi alternativi di sopravvivenza. Il timore è che possano destabilizzare i Paesi di passaggio come appunto il Niger o il Ciad. Per esempio, ha spiegato Issoufou, il Niger è stato destabilizzato dal fatto che i trafficanti hanno importato armi dalla Libia dopo aver accompagnato i migranti attraverso il deserto.
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L’Italia ha richiesto, tramite il premier Gentiloni, che i flussi di migrazione si riducano a livelli più semplici da gestire. A Gentiloni ha portato soccorso la cancelliera Angela Merkel, che ha detto che la lotta ai trafficanti di uomini va di pari passo con gli investimenti allo sviluppo dei Paesi africani. “Senza offrire agli africani prospettive di futuro, non sarà possibile gestire il tema dell’immigrazione illegale”, ha dichiarato la cancelliera. Nel 2015 l’Unione Europea ha investito circa 1,8 miliardi di euro per aiutare gli Stati africani a frenare il flusso migratorio verso l’Europa.
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Il piano prevede anche il potenziamento della sorveglianza lungo le rotte migratorie e la creazione di posti di lavoro nelle zone più povere dell’Africa da cui provengono i migranti. Prevalentemente dall’Africa occidentale, Nigeria, Guinea e Costa d’Avorio.
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Secondo l’Onu sono stati almeno 100.000 le persone che hanno affrontato quest’anno il viaggio attraverso il Mediterraneo dalla Libia all’Italia. E si prevede che circa 2000 persone siano morte durante la traversata.