Il fronte di Kherson offre l’occasione di un possibile negoziato. I risultati del Mid Term e il ritiro russo oltre il fiume Dnipro aprono uno spiraglio.
Il fronte di Kherson apre uno spiraglio di colloquio. Ora un negoziato è possibile. In un articolo scrivevo che si sarebbe tornati a parlare di colloqui diplomatici se i russi si fossero allontanati dalla regione.
La Casa Bianca potrebbe insistere con i vertici di Kiev per valutare il negoziato dopo il ritiro dalla regione di Kherson, nel sud dell’Ucraina. Sarebbe il giusto compromesso perché Kiev dimostrerebbe di riprendersi un territorio che i russi controllano solo in parte. E la Russia potrebbe accettare in quanto Mosca ha sempre più bisogno di chiudere l’avventura bellica di Vladimir Putin. Russi e ucraini potrebbero confrontarsi su un piano di parità dei rapporti di forza territoriali.
Il risultato elettorale delle elezioni di Mid Term, che non ha portato il trionfo auspicato dai repubblicani, hanno influito sulla scelta di Putin e dello stato maggiore russo di ritirarsi oltre il fiume Dnipro. Questo può diventare la linea di confine di un cessate il fuoco in attesa di tornare a sedersi a un tavolo. Ma Putin e il suo ministro della Difesa hanno anche preso atto della superiorità numerica e militare dell’esercito di Kiev.
Il momento del negoziato possibile potrebbe quindi essere arrivato. La Russia ha annunciato il ritiro dalla regione di Kherson. Troppo pericoloso per i militari russi che rischiano un accerchiamento. Quindi meglio la ritirata. Il Ministro della Difesa russo Serghej Shoigu e il generale Sergei Surovikin hanno spiegato la scelta della retromarcia da Kherson in una conferenza stampa. I militari dell’esercito di Putin arretrano quindi al di là del fiume Dnipro, abbandonando la sua riva destra e collocandosi a est sulla riva sinistra del fiume. Secondo il ministro della Difesa, ha pesato sulla scelta del ritiro l’impossibilità di portare rifornimenti all’esercito. Nello stesso colloquio con la stampa, Surovikin ha detto che la situazione in Ucraina si è comunque stabilizzata e che le forze di Mosca sono aumentate grazie all’arrivo dei soldati mobilitati da Putin.
Concordo con questa valutazione: appare urgente una trattativa realistica senza pregiudiziali, con una tregua che ne consenta lo sviluppo. Tale esigenza sembra ormai esser sentita anche negli Stati Uniti (v. dichiarazione del Capo di stato maggiore generale M. Milley). Il noto politologo C.Kupchan, in un suo recente intervento, ha, fra l’altro, affermato: “il ritorno del Donbass e della Crimea sotto controllo ucraino non vale il rischio di una guerra mondiale… L’Ucraina dovrebbe rinunciare alla sua intenzione di entrare a far parte della NATO, che sarà anche un’alleanza difensiva, ma implica una potenza militare che comprensibilmente Mosca non vuole sia parcheggiata nelle vicinanze dei suoi territori… La diplomazia potrebbe concentrarsi sulla cessione definitiva di Crimea e Donbass… Mosca dovrebbe abbandonare la sua intenzione di annettere un’ampia fascia dell’Ucraina orientale.” E’ equo ed opportuno che l’Occidente, l’Europa e l’Italia adottino questa linea perché le parti tornino al negoziato con tali prospettive.
16/11/2022
Nearco 7