Perché tassi di interesse più alti riducono l’inflazione

Stiamo assistendo a una politica monetaria che alza il costo del denaro. Perché tassi di interesse più alti abbassano l’inflazione?

Cominciamo con il dire cos’è il tasso di interesse. Prendiamo la definizione, semplice ma efficace, usata dal premio Nobel per l’economia Paul Samuelson: il tasso di interesse è il prezzo pagato per l’assunzione di un prestito monetario per un certo periodo di tempo.

Vediamo anche il concetto di tasso di inflazione. Sempre prendendo in prestito da Samuelson, è l’aumento annuo percentuale di un livello generale dei prezzi, comunemente misurato dall’Indice dei prezzi al consumo (Ipc) o da altro indice.

La domanda ora è questa: perché alzando i tassi di interesse si riduce l’inflazione? Le banche centrali, come la Banca Centrale Europea o la Federal Reserve americana, aumentano i tassi quando i prezzi continuano a salire. Ecco come funziona.

Se il denaro costa poco (cioè i tassi sono bassi), famiglie e imprese possono accedere a mutui e prestiti con più facilità. Possono per esempio comprare più case o fare più investimenti. Possono aumentare i loro consumi con la conseguenza di fare crescere i prezzi.

Una delle leggi dell’economia ci dice che se aumentano coloro che domandano un certo bene o servizio, il prezzo di quel bene e servizio cresce. I produttori infatti non hanno tutte le scorte per soddisfare la domanda e quindi alzano il prezzo per diminuire il numero di coloro che desiderano quel bene.

E’ la situazione in cui la domanda supera l’offerta. In economia si dice che ci sono meno beni e servizi di quanti la gente ne vuole comprare.

In questi casi di aumento dei prezzi e basso costo del denaro, le banche centrali intervengono per regolare la dinamica del mercato. Un’inflazione incontrollata può avere effetti devastanti (disoccupazione, ecc.).

Cosa fanno gli istituti monetari centrali in questi casi di aumento dei prezzi? Naturalmente aumentano i tassi di interesse. In questo modo costa di più prendere a prestito denaro. Le imprese faranno meno investimenti, mentre le famiglie consumeranno di meno e compreranno meno case o auto. Di conseguenza la domanda diminuirà a fronte di un’offerta di prodotti che comprano in pochi. In questo caso l’offerta supera la domanda. O meglio, come dicono gli economisti, ci sono in vendita più beni e servizi di quanti la gente e le imprese ne vogliono acquistare. L’effetto finale di questo è la riduzione dei prezzi, cioè l’abbassamento del tasso di inflazione. In questo modo, la leva monetaria (cioè l’intervento sui tassi di interesse da parte delle banche centrali) ha fatto ridurre l’inflazione.

Questa spiegazione parte da una visione semplificata del mondo. Naturalmente ci sono anche molti altri fattori da considerare. Pensiamo agli incentivi statali e europei per esempio. La spiegazione della relazione tra tasso di interesse e inflazione e sicuramente semplicistica, ma che serve per fare comprendere il meccanismo principale a chi è digiuno di economia.

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