L’espulsione di Gallant e le tensioni interne nel governo Netanyahu. Perché Netanyahu ha licenziato Gallant?
La rimozione di Yoav Gallant da ministro della Difesa da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu si inserisce in un contesto di crescenti tensioni politiche e sociali in Israele. Dietro questa mossa, oltre alla crisi della guerra multifronte, si celano scontri interni alla coalizione di governo e una reazione di piazza che riflette una spaccatura profonda nella società israeliana.
Perché Netanyahu ha licenziato Gallant?
Netanyahu ha preso questa decisione sia per allinearsi con le richieste dei partiti ultra-ortodossi, sia per centralizzare il potere nelle mani di chi non metterà in discussione le sue decisioni. Gallant, ex comandante e figura di spicco nella sicurezza, si è opposto fermamente alla legge voluta dai partiti ultra-ortodossi che esenterebbe i loro membri dal servizio militare, una proposta che ha suscitato proteste diffuse tra chi ritiene essenziale la leva per garantire l’uguaglianza e la difesa nazionale. Il disaccordo su questo punto si è rivelato insormontabile, specialmente quando i partiti religiosi hanno minacciato di far cadere il governo se la legge non venisse approvata.
Gallant, inoltre, aveva sostenuto l’idea di una tregua a Gaza e la trattativa per la liberazione degli ostaggi di Hamas. Netanyahu, invece, ha optato per una linea dura, accusando Gallant di aver reso pubbliche divergenze interne che avrebbero “beneficiato i nemici” di Israele, soprattutto in un momento di massima tensione nella regione. La rimozione di Gallant appare quindi come un segnale di intransigenza, che però ha un costo interno altissimo.
La reazione della piazza
Questa decisione ha scatenato proteste immediatamente a Tel Aviv e Gerusalemme, dove migliaia di manifestanti sono scesi in strada denunciando la deriva autoritaria e divisiva del governo. Gli scontri con la polizia si sono intensificati, a dimostrazione del clima di esasperazione che pervade la società israeliana. I manifestanti accusano Netanyahu di mettere a rischio la coesione del Paese e di piegarsi agli interessi di una minoranza ultra-ortodossa, minando il carattere laico e democratico dello Stato.
Il rischio di una frattura profonda
L’uscita di Gallant dal governo indebolisce una delle ultime voci che cercava di mediare tra le esigenze di sicurezza nazionale e la difesa dei valori democratici. Nel breve termine, Netanyahu può aver guadagnato un maggiore controllo sul governo, ma la sua scelta potrebbe inasprire le divisioni interne e compromettere la fiducia dei cittadini in una leadership percepita come sempre più autoritaria. Il timore è che Israele si trovi a un punto di svolta: la rimozione di Gallant potrebbe alimentare ulteriormente una frattura interna che rischia di diventare irreparabile.