Washington lascia il vecchio continente al suo destino. Perché l’Europa è sola nell’area transatlantica.
L’Europa è sola nelle relazioni internazionali. Nonostante l’alleanza storica con la Nato e la sponda atlantica, la solitudine europea negli equilibri globali è visibile all’occhio umano.
A febbraio 2019 l’ex-vice presidente americano Joe Biden, oggi in corsa per la nomination democratica alla Casa Bianca, è intervenuto alla tradizionale Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Nel suo discorso, Biden ha rassicurato i leader politici, diplomatici e militari europei presenti in sala e preoccupati per un eventuale disimpegno Usa minacciato da Donald Trump. Il messaggio era semplice: torneremo e attendiamo la fine dell’era Trump, poi riprenderemo il discorso del consenso transatlantico che ha modellato il mondo post-bellico. In sostanza, per Biden ci vuole pazienza.
Ciò che il candidato in corsa per la nomination non comprende, scrive Foreign Affairs, è che la crisi tra Stati Uniti e Europa non nasce con Trump e non finirà con lui. La cosa più sbagliata insomma è pensare che la soluzione stia nei ricordi nostalgici. Il mondo, e con esso le relazioni internazionali, è cambiato. E i leader europei e americani dovrebbero iniziare una valutazione onesta sui motivi che li hanno portati alla crisi attuale. E’ questo il primo passo per costruire una partnership transatlantica più matura.
La crisi attuale tra i due pilastri dell’Atlantico, oggi come ieri, è il risultato di uno sbilanciamento di potenza tra Stati Uniti e Europa. I due attori hanno accettato questo squilibrio da tempo. Entrambi lo hanno perfino coltivato. L’Europa ha accettato una cessione di sovranità per stare comodamente sotto l’ombrello americano della difesa. Gli Usa hanno preferito prendere le redini della guida dell’Europa piuttosto che avere un continente nel caos.
Questa relazione, unidirezionale, si è oggi interrotta. La fine della Guerra Fredda, l’11 settembre e le sue conseguenze, l’ascesa della Cina come player globale hanno trasformato le priorità di sicurezza di Washington nel mondo. E l’Europa è rimasta sola e a rischio di stabilità. Come ha detto una volta l’ex-ministro degli esteri tedesco Sigmar Gabriel, “l’Europa è un vegetariano in un mondo di carnivori”. Una solitudine europea che forse la politica di Trump, che ha alternato ostilità a indifferenza, ha solo contribuito a accentuare.