I Paesi asiatici controllano una larga fetta dell’economia occidentale. Saranno loro i padroni del futuro? L’Asia ci conquisterà.
Perché l’Asia ci conquisterà. Gli occhi del mondo occidentale sono concentrati sull’immigrazione africana e mediorientale. C’è però un’invasione silenziosa che continua da anni di cui pochi se ne preoccupano. E’ quella asiatica, che sposta in occidente esseri umani, ma anche e soprattutto capitali controllando aziende importanti.
Senza fare ulteriori commenti vediamo alcune situazioni che servono a far comprendere ciò che sta avvenendo, lasciando all’immaginazione e valutazioni di ciascuno gli scenari futuri.
Auto
Molte importanti industrie automobilistiche europee sono nelle mani asiatiche.
La svedese Volvo è controllata dai cinesi della Zhejiang Geely Holding, Che controlla anche la Lotus britannica.
Altri celebri marchi britannici come Jaguar e Land Rover sono di proprietà della società indiana Tata Motors. Sempre l’India nel 2015 ha acquistato il celebre marchio italiano Pininfarina. L’operazione è costata 50 milioni di euro e garanzie sui debiti per 110 milioni di euro. A possedere Pininfarina ora è l’indiana Mahindra.
Brand europei storici come Volkswagen, Audi, Opel, Fiat e Renault sentono sul collo il fiato della concorrenza asiatica. Colossi industriali come Toyota, Kya, Hyunday superano nelle vendite le auto europee.
Il mercato automobilistico è un catalizzatore potente dell’economia statale. Da esso dipendono milioni di posti di lavoro, oltre al volume di affari miliardario che gira attorno alla vendita di auto. Chi controlla questo settore vince la sfida del futuro, soprattutto sul fronte delle tecnologie, I consumatori esigono sempre più vetture con tecnologia avanzata e cinesi, giapponesi, indiani e coreani sono già all’avanguardia.
Sport
Grandi europei team di calcio sono stati acquistati da gruppi asiatici. E’ recente l’esempio del Milan, ma vale anche per altre realtà europee. Prima del Milan sono state comprate dalla Cina l’Inter e le britanniche Manchester City e Aston Villa.
Banche
Sono due i colossi finanziari asiatici più potenti presenti sul mercato europeo e statunitense. Da un lato la potente Bank of China, dall’altro la Icbc (Industrial and Commercial Bank of China), sempre cinese. Sono questi istituti finanziari che sostengono l’attivismo economico nei nostri Paesi. Dagli investimenti nel campo della ristorazione, in quello della tessitura e, più recente, nei centri commerciali e strutture di vendita su scala internazionale. In Europa esistono numerose catene cinesi di ipermercati simili a quelli nati in occidente. Con questi investimenti economici, la Cina giustifica gli ingressi per lavoro in Europa, moltiplicando la sua presenza sul territorio. Basti pensare alla vendita al dettaglio e osservare nelle città grandi e piccole quanti negozi e venditori ambulanti sui classici mercati ci sono. Ricordiamo anche il grande ingresso sul mercato della grande distribuzione e della vendita online di Alibaba.
Capitali e fondi internazionali
Fondi cinesi e giapponesi controllano il debito di molti Paesi occidentali. Il caso più eclatante è quello degli Stati Uniti dove 1120 miliardi di dollari sono prestiti cinesi, mentre 1130 miliardi sono prestiti giapponesi. Come gli Stati Uniti anche altri Paesi europei sono legati a debiti con Pechino. Il controllo finanziario e del debito da parte della Cina conferisce al Paese asiatico un potere enorme.
Per rimanere in tema è sufficiente ricordare l’operazione nel 2015 che ha riguardato lo storico palazzo Broggi di piazza Cordusio a Milano, per molti anni sede anche della Borsa di Milano. Ora è di proprietà di un fondo internazionale cinese che lo ha acquistato per 345 milioni di dollari.
Aziende
Sono sempre di più le società acquisite da gruppi asiatici. L’Europa appare un continente in svendita dove cinesi, giapponesi e altri fanno affari a tutto andare. Pensiamo all’Italia dove marchi storici come Buccellati e Peroni sono finiti nelle mani di cinesi e giapponesi. Stesso destino per la Pirelli, che diventa a maggioranza cinese con l’acquisizione delle quote da parte del gruppo cinese ChemChina. Frecciarossa invece è finita nelle mani del gruppo giapponese Hitachi, quarto produttore al mondo di treni. Sono numerosi gli esempi in Europa e negli Usa di cessioni di azienda a Paesi asiatici.