Perché hanno arrestato Julian Assange a Londra

Il giornalista fondatore di Wikileaks è stato portato via a forza dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Perché hanno arrestato Julian Assange.

“Un giorno triste per la libertà di stampa”. E’ questa la reazione della redazione di Wikileaks all’arresto di Julian Assange, australiano, disposto oggi dalle autorità britanniche. La polizia britannica ha portato via a forza dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra il giornalista più temuto dai governi di mezzo mondo.


In questo video dell’autorevole quotidiano britannico The Guardian è ripreso il momento dell’arresto.


Assange aveva trovato rifugio nell’ambasciata del Paese latinoamericano nel 2012 dopo la concessione di un richiesta di asilo politico. Il governo della Svezia aveva richiesto il suo arresto per un’accusa di stupro, istanza poi abbandonata dai pm perché ritenuta montata ad hoc. Il governo di Quito ha però revocato il provvedimento di asilo, aprendo di fatto la strada al blitz britannico. A aprire le porte della sede diplomatica agli uomini della sicurezza di sua Maestà è stato l’ambasciatore dell’Ecuador in persona.

Il blindato con a bordo il fondatore di Wikileaks si è diretto prima a Scotland Yard e poi in Tribunale. La Corte Penale di Westminster ha ritenuto colpevole il giornalista australiano di non essersi presentato davanti al giudice nel 2012, rifugiandosi nella sede dell’ambasciata dell’Ecuador. Ora, rischia un anno di carcere. Inoltre, le autorità giudiziarie londinesi devono valutare la richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti. Washington lo accusa di cospirazione attraverso la pirateria informatica. I fatti risalgono al 2010. Gli americani contestano al giornalista australiano di avere cospirato insieme a Chelsea Manning, ex-analista dell’intelligence Usa. La Manning, secondo l’accusa, avrebbe passato a Assange diverse password di accesso ai software di sicurezza e difesa degli Stati Uniti. Un reato che prevede fino a 5 anni di carcere.

La Russia e l’ex-analista Nsa Robert Snowden hanno espresso il loro sconcerto e perplessità sull’arresto di Assange. Il Cremlino ha auspicato che siano rispettati tutti i diritti per il fondatore di Wikileaks. Snowden ha definito quello di oggi un giorno buio per la stampa.

Sulla stessa linea d’onda la redazione del suo sito, Wikileaks, che accusa il governo dell’Ecuador di non avere rispettato il diritto internazionale. E accusa la Cia e gli altri poteri forti di essere dietro all’arresto. La redazione del sito web ricorda che Assange è un giornalista di livello internazionale, vincitore di decine di premi giornalistici e candidato nel 2010 a Premio Nobel per la Pace.

Perché hanno arrestato Julian Assange? Il governo dell’Ecuador ha sempre tutelato Assange fin da quando si è rifugiato nella sede diplomatica londinese nel 2012. Ora, il governo di Quito cambia idea e revoca l’asilo politico, aprendo la porta all’arresto del creatore di Wikileaks.

Cosa è successo? Lo spiega alla BBC il presidente ecuadoriano Lenin Moreno. Secondo Moreno, l’Ecuador ha perso la pazienza e non può più tutelare Assange perché ha superato ogni limite con il suo comportamento. Il riferimento del presidente del Paese sudamericano è al fatto che il giornalista australiano sia ancora legato a Wikileaks. La prova starebbe nel lancio di documenti a gennaio 2019 sul Vaticano. Questa pubblicazione, insieme a altre, mostrerebbe il legame ancora forte tra Assange e il sito web dai lui fondato. E proverebbe le accuse nei suoi confronti di ingerenza negli affari interni di altri stati.

Moreno si accorge solo adesso del legame tra Assange e Wikileaks. Probabilmente pensava che il sito web andasse avanti da solo. Con questa dichiarazione, il presidente dell’Ecuador dimostra di essere un ingenuo, oppure che è ingenua l’opinione pubblica mondiale. Che Assange dirigesse ancora Wikileaks lo sapevano anche i muri dell’ambasciata di mattoni rossi di Londra. Bastava poi dare un’occhiata ogni tanto al sito web per capire che lo stile era lo stesso di sempre. E la mano invisibile era quella di Julian. Difficile pensare che non lo sapesse. Più probabile invece che abbia confezionato la risposta da vendere all’opinione pubblica. Che però non è stupida. La dichiarazione del presidente Moreno fa pensare che Wikileaks abbia pestato i piedi al Vaticano. In realtà, l’arresto è avvenuto su richiesta degli Stati Uniti per il cospirazione e violazione dei segreti di sicurezza. Nel 2010 infatti su Wikileaks furono pubblicati migliaia di documenti confidenziali del dipartimento di Stato e del Pentagono. Molti di questi crearono seri problemi di immagine per Washington rivelando comportamenti e posizioni che crearono forti imbarazzi anche tra gli alleati europei. Infatti, vennero alla luce informazioni compromettenti, come abusi e torture da parte dell’esercito americano in Afghanistan e Iraq. Oppure le azioni di spionaggio della Cia anche nei confronti degli alleati europei.

Chi è Julian Assange

1971: Nasce il 3 luglio a Townsville, in Australia. Durante la sua infanzia e gioventù, in cui si sposta di posto in posto, frequenta 37 scuole;

Anni ’90: diventa un programmatore di computer e sviluppatore di software, con un talento per l’hacking.

2003-2006: studi di fisica e matematica presso l’Università di Melbourne.

2006: fonda wikileaks.org per consentire ai whistleblowers, le gole profonde, di pubblicare documenti sensibili su Internet senza essere rintracciati; si tratta di un sito specializzato nella rivelazione di documenti segreti con, dice Assange, “una decina di persone provenienti dall’ambito dei diritti umani, dei media e dell’alta tecnologia”.

Luglio 2010: a partire da luglio, Wikileaks pubblica documenti militari classificati della diplomazia americana e sulle guerre in Afghanistan e in Iraq, rendendo Assange un ‘nemico pubblico’ negli Stati Uniti;

Novembre 2010: i procuratori svedesi emettono un mandato di arresto europeo a carico di Assange per accuse di stupro e violenza sessualenei confronti di due donne. Lui nega le accuse.

2012: per sfuggire all’estradizione dal Regno Unito, chiede asilo politico all’Ecuador e si rifugia nell’ambasciata del Paese sudamericano a Londra. L’asilo viene concesso nelle settimane successive.

2016: Wikileaks pubblica 20mila e-mail hackerate allo staff elettorale della candidata democratica Usa Hillary Clinton;

19 maggio 2017: i pubblici ministeri svedesi abbandonano l’indagine per stupro. Lo stesso anno, il 12 dicembre, Assange ottiene la cittadinanza dell’Ecuador.

Ottobre 2018: l’avvocato di Wikileaks definisce “disumane” le condizioni di vita di Assange nell’ambasciata; Quito, con cui i rapporti sono ormai tesi, gli impone regole che riguardano in particolare le sue visite e le sue comunicazioni: il loro non rispetto implica il ritiro della protezione diplomatica;

2 aprile 2019: il presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, afferma che Assange ha violato ripetutamente le condizioni del suo asilo.

11 aprile 2019: la polizia britannica entra nell’ambasciata di Quito a Londra e arresta Assange, dicendo che il suo asilo è stato ritirato.

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