Pentagono: da Russia e Cina le minacce per gli Usa

Il Segretario alla Difesa Usa parla alla John’s Hopkins University e rivela un aspetto della strategia di sicurezza nazionale. Superati i rischi di terrorismo.

John Mattis è il Segretario degli Stati Uniti alla Difesa e capo del Pentagono. In un discorso di qualche ora fa alla John’s Hopkins University di Washington, ha illustrato uno dei punti centrali della strategia di sicurezza nazionale americana.

Le minacce agli Stati Uniti non arrivano dal terrorismo internazionale. I veri pericoli possono arrivare da Russia e Cina. Le due potenze, spiega il Segretario alla Difesa, tentano di erodere la supremazia militare degli Usa e puntano a creare un mondo fondato sul loro modello di governo autoritario.

Mattis ha fatto anche un appello al Congresso degli Stati Uniti a evitare tagli al budget federale per le spese militari.

L’appello del capo del Pentagono segue la proposta del presidente Donald Trump di aumentare le spese militari del 10%, circa 54 miliardi di dollari, nel bilancio 2018. La copertura, secondo la proposta del Presidente Usa, si avrebbe con tagli pesanti in molti altri settori inclusi gli aiuti destinati all’estero. Ne è un esempio il taglio all’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, che di recente si è vista dimezzare la quota Usa.

Con la nuova strategia di sicurezza nazionale e l’individuazione di Russia e Cina quali competitor minacciosi a livello globale, Washington cambia rotta a livello globale. Si mette la parola fine alle campagne contro il terrorismo degli anni scorsi, sancite con interventi in Afghansitan, Siria e Iraq.


Trump e la nuova strategia di sicurezza nazionale. Il documento


Quanto possa fare invece l’America con Russia e Cina e tutto da vedere. Le tre potenze si sono spesso trovate vicine o coinvolte in situazione di escalation come mai si era visto dalla fine della Guerra Fredda. In particolar modo, Russia e Stati Uniti sono arrivati quasi allo scontro in Ucraina e Siria, cosa impensabile fino a qualche anno fa.

La dichiarazione di Mattis non è da interpretare tanto nell’ottica di una provocazione verso Mosca e Pechino quanto nell’annuncio di una nuova strategia di sicurezza nazionale che segna il cambio di passo rispetto al passato.

 

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