Un rapporto delle agenzie Onu rileva una riduzione della fame nel mondo. Erano un miliardo di persone nel 1990, sono 795 milioni nel 2015. Dal 1990 sono 72 i Paesi che hanno raggiunto la percentuale prevista negli Obiettivi del Millennio nel 2000. Ma fallisce la lotta alla fame in Africa.

Le Nazioni Unite rilevano che gli affamati nel mondo sono diminuiti rispetto a 25 anni fa. Un miliardo di persone nel 1990 non aveva di che nutrirsi. Oggi sono 795 milioni. A fare la fotografia della fame nel mondo è il rapporto sullo “Stato di insicurezza sul cibo nel mondo 2015”, pubblicato da tre agenzie dell’Onu: la Fao, il Pam e l’Ifad.
Nei soli Paesi in via di sviluppo, riporta l’indagine, il numero degli affamati è sceso a 780 milioni. Il 12,9% della popolazione di questi Paesi. Nel 1990 erano 991 milioni pari al 23,3% della popolazione. Un calo quindi del 10,4% in 25 anni. Significa che 111 milioni di persone hanno avuto la possibilità di mangiare regolarmente rispetto al passato.
Secondo i dati contenuti nel rapporto delle agenzie Onu, 72 Paesi su 129 monitorati hanno raggiunto i livelli previsti dagli Obiettivi del Millennio che puntavano a dimezzare la percentuale della fame nel mondo.
Il programma Onu degli Obiettivi del Millennio, lanciato nel 2000 sull’onda di una campagna mondiale, prevedeva otto obiettivi, uno dei quali era lo sradicamento della fame nel mondo.
I progressi migliori, continua il rapporto Onu, sono avvenuti in tutta l’Asia, in alcuni Paesi dell’America Latina e nei Caraibi. Ci sono però riportati anche i fallimenti, In particolare, in alcune zone africane, una persona su tre soffre la fame. Sono 24 i Paesi dell’Africa che affrontano crisi da nutrizione alimentare.