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Nuovo Start: a rischio il negoziato per prorogare il Trattato

L'incognita cinese sul rinnovo del Nuovo Start da Russia e Usa

Stati Uniti e Russia pronte a rinnovare il Nuovo Start, il trattato per la riduzione delle armi nucleari. L’incognita cinese che può far saltare tutto.

I negoziati per prolungare la durata del Nuovo Start potrebbero non cominciare mai. Stati Uniti e Russia sono pronte per i colloqui diplomatici in cui si deve discutere della proroga del Trattato che impegna a ridurre le armi nucleari. Voluto e firmato dall’Amministrazione di Barack Obama nel 2010, il Nuovo Start scade nel corso del 2020. Washington ha posto una riserva per rinnovare l’accordo. La Cina deve aderire. Altrimenti non ha senso sottoscrivere un’intesa che punta a monitorare e diminuire gli armamenti nucleari senza la presenza della potenza asiatica. Pechino nel 2010 non aveva firmato il Nuovo Start perché sostenne che era un affaire più da grandi potenze come Russia e Usa, con dotazioni di armi nucleari imponenti, mentre la Cina aveva una dotazione limitata di armamenti non convenzionali. Ora però il quadro generale è cambiato. Secondo il Dipartimento di Stato americano, il gigante asiatico è una potenza mondiale, la seconda sulla carta, e non può sottrarsi a aderire al trattato Nuovo Start.

Quest’ultimo limita il numero di armi nucleari strategiche di Russia e Stati Uniti a un massimo di 1550 testate nucleari e 700 sistemi balistici via terra, aria o mare. I colloqui previsti a Vienna hanno in agenda la proposta di prolungare di soli altri cinque anni il trattato. Washington ha abbandonato lo scorso anno il trattato Inf. Se fallisce anche il Nuovo Start ci troviamo per la prima volta in oltre mezzo secolo a non avere strumenti giuridici che limitano la proliferazione di armi nucleari.

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