Le pipeline energetiche sono state appena sfiorate dalla guerra.
Nessuno tocchi i gasdotti in Ucraina. Nonostante la guerra, le bombe e le migliaia di morti, le pipeline dell’oro energetico di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky non hanno avuto gravi danni. Le centrali nucleari sì, i gasdotti no. Nord Stream è la principale infrastruttura per il trasporto del gas in Europa dalla Russia. Attraversa l’Ucraina e arriva in Germania. Finora ha avuto solo un guasto, casualmente proprio lo stesso giorno in cui il Consiglio Europeo e i ministri delle finanze del G7 discutevano dell’imposizione del price cap sul gas importato dalla Russia. Un guasto che è stato successivamente confermato dalla società tedesca che cura la manutenzione dell’impianto. Fatto sta che Nord Stream, così come altri impianti, sono stati appena sfiorati dalla guerra. Non li toccano i russi perché preziosi per minacciare l’Europa di chiusura dei rubinetti. Non li toccano gli ucraini perché sono l’ancora di salvezza con l’Occidente in quanto strumenti di geopolitica, ma anche risorsa economica per i proventi dal passaggio del gas sul territorio ucraino.