Nel Donbass nessuno rispetta il cessate il fuoco del luglio 2020. Scontri tra separatisti filorussi e forze militari dell’Ucraina.
I separatisti filorussi e le Forze Armate dell’Ucraina continuano a scontrarsi nel Donbass nonostante un cessate il fuoco che è in vigore dal 27 luglio 2020 ma che nessuno rispetta. Nella giornata del 17 settembre, i bombardamenti delle forze armate di Kiev hanno ferito tre persone.
Secondo quanto riportato dall’agenzia statale russa TASS, l’Ucraina avrebbe aperto il fuoco contro l’insediamento dei separatisti situato nei pressi della cittadina di Pisky, nel Donbass.
Il governo ucraino risponde accusando la Russia di ricorrere a mercenari. I “mercenari russi”, – scrive un’agenzia stampa ucraina- servendosi di mortai da 120 mm, hanno danneggiato abitazioni civili nei pressi dell’insediamento di Taramchuk e nell’area di Pisky. Inoltre, i separatisti si sono serviti in due occasioni di droni. In tale quadro, è importante sottolineare che l’Ucraina accusa la Russia di supportare, sia militarmente sia economicamente, le brigate separatiste. Inoltre, secondo Kiev, Mosca invierebbe mercenari, sia russi sia di altre nazionalità, nelle aree di conflitto per sostenere i militanti separatisti.
Il 9 settembre è stata registrata una “riacutizzazione” del conflitto nel Donbass, dove da una parte vi sono i militanti separatisti delle autoproclamare Repubbliche Popolari di Donetsk (DPR) e Lugansk (LPR), sostenuti militarmente ed economicamente dalla Russia, e dall’altra le Forze Armate dell’Ucraina, le quali tentano di riottenere la sovranità del territorio.