Presentato il rapporto 2015 sulla Nato. Il segretario generale, Jens Stoltenberg, annuncia che i tagli alla spesa per la difesa si sono ridotti. La situazione di insicurezza generata dalle crisi internazionali e gli attentati interni hanno spinto a ridurre i tagli alla spesa militare nei bilanci dei Paesi alleati.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha descritto in conferenza stampa il rapporto Nato 2015, la fotografia delle attività dell’Organizzazione militare. Il dato che emerge, accolto positivamente da Stoltenberg, è l’inversione di tendenza sulle spese militari da parte degli Stati membri.
I tagli alla spesa per la difesa sono dunque diminuiti. Complice il quadro internazionale che nel 2015 si è caratterizzato con il terrorismo jihadista. Erano anni che si assisteva a un taglio continuo delle spesa militare. Ora invece gli alleati Europei e quelli nordamericani hanno previsto nei bilanci statali meno tagli per bombe e cannoni.
I tagli nel 2015 sono stati vicini allo zero. In controtendenza l’Italia dove la spesa militare è pari allo 0,95% del Pil. Il target chiesto dalla Nato è il 2%. Nel 2015, l’Italia ha tagliato le spese per la difesa del 12,4%, la sforbiciata più alta tra i 28 Paesi alleati.
Stoltenberg ha anche detto che gli Usa hanno chiesto l’intervento della Nato per combattere lo Stato Islamico. E’ la prima volta che Washington chiede aiuto alla Nato dopo un anno e mezzo di coalizione internazionale anti-Isis. Stoltenberg ha annunciato in conferenza stampa che la richiesta Usa è in valutazione e occorre un passaggio tra i 28 Paesi alleati.
Gli Usa hanno chiesto alla Nato l’utilizzo degli aerei militari di ricognizione. Si tratta di aerei con tecnologia sofisticata dotati di radar su lunga distanza. Gli aerei sono stanziati in Germania e possono perfezionare le operazioni militari della coalizione anti Isis, attività che gli Usa intendono intensificare. Gli aerei sono già stati usati in Libia e Afghanistan.