Notiziario Estero

L’Unione Europea approva la missione militare contro i trafficanti di migranti in Libia

L’Unione Europea approva l’operazione per fermare i barconi dei trafficanti di migranti. Arriva una versione più soft rispetto a quella iniziale per non rischiare lo stop dal Consiglio di Sicurezza. La nuova formula parla di utilizzo di “tutte le misure necessarie”.

L'Europa sceglie una linea più soft rispetto a quella iniziale sui barconi
Federica Mogherini all’incontro dei ministri degli esteri Ue

Il varo dell’operazione militare per smantellare il traffico di migranti attraverso il Mediterraneo è avvenuto oggi nell’incontro dei ministri degli esteri dell’Unione Europea. L’approvazione del progetto, uno dei più complessi e rischiosi di quelli europei, va di pari passo con la situazione di instabilità creata dall’assenza di uno stato in Libia, dal livello di armamenti delle milizie libiche, dall’ascesa minacciosa dello Stato Islamico.

Il documento uscito dal summit dei capi della diplomazia europea è il frutto di un compromesso che modifica il progetto originale che prevedeva la distruzione dei barconi destinati al trasporto dei migranti prima che questi fossero utilizzati. Ora non si fa più riferimento al termine “distruzione” perché può rendere difficile il via libera del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e, quindi, il marchio di legalità internazionale dell’intera operazione.

Il documento però menziona di valutare “tutte le misure necessarie contro i barconi e attività relazionate, incluso il disfarsi dei barconi o renderli inutilizzabili”. Una formula diplomatica per aggirare la versione originaria ma che non cambia nella sostanza le cose.

In ogni caso, la facoltà di disfarsi dei barconi sarebbero parte di una terza fase dell’operazione. Le prime due fasi sono quelle per cui l’Ue non ritiene necessario avere il mandato Onu. La prima riguarda l’attività di identificazione e informazioni delle reti di trafficanti. La seconda tappa prevede che i militari lavorino per cercare e requisire i barconi dei trafficanti di migranti nel mare aperto. Solo alla fine di questa seconda fase si può passare alla terza da svolgersi nelle acque libiche e con il consenso dell’Onu e del governo libico. Qui, si impiegheranno “tutte le misure necessarie” per rendere inutilizzabili le imbarcazioni dei trafficanti.

L’intera operazione, come noto, avrà il suo quartier generale a Roma e sarà comandata dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino. Si aggiungerà alle altre cinque missioni europee nel mondo (Bosnia, Mali, Repubblica Centrafricana e due in Somalia).

Per dare man forte al documento, Federica Mogherini ha scartato durante l’incontro dei ministri degli esteri qualunque tipo di intervento militare di terra in Libia.

Tutto però dipende da come sarà strutturato il mandato Onu dove la Russia è contraria all’idea di dsitruggere militarmente i barconi. Sugli spazi di manovra che saranno conenuti nella risoluzione ci saranno modifiche al documento varato oggi dall’Unione Europea.

Il servizio di El Paìs

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