La crisi migratoria rischia di trasformarsi in una battaglia sul gas. In Bielorussia passano due gasdotti. Lukashenko minaccia di tagliare il gas.
Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko avverte l’Unione Europea nel caso decida di applicare nuove sanzioni approfittando della crisi migratoria al confine polacco-bielorusso. Il leader di Minsk ha annunciato il taglio delle forniture di gas verso l’Europa e l’adozione di “misure dure” se i 27 a Bruxelles decideranno di introdurre il quinto pacchetto di misure restrittive.
I due gasdotti della Bielorussia
In Bielorussia passano due gasdotti che portano il gas dalla Russia a Polonia, Ucraina e, da qui, in Germania e anche in Italia, come mostra questa mappa della BBC.
L’Unione Europea accusa le autorità di Minsk di provocare la grave crisi migratoria come rappresaglia alle sanzioni imposte dai paesi occidentali. L’Unione Europea ha risposto che non si farà intimidire dalle minacce di Lukashenko e andrà avanti per la sua strada.
La crisi migratoria alla frontiera
Intanto si aggrava la crisi migratoria al confine tra Polonia e Bielorussia. Il governo di Varsavia, che ha schierato 15.000 uomini vicino alla frontiera, ha spiegato di avere respinto vari tentativi dei migranti di forzare il blocco e entrare in territorio polacco.
Mentre Polonia e Bielorussia conducono il duello di frontiera, Angela Merkel e Vladimir Putin hanno il secondo colloquio telefonico per risolvere la crisi politica tra Varsavia e Minsk, ma anche per discutere del conflitto in Ucraina e delle attività destabilizzanti condotte dagli Stati Uniti nel Mar Nero.
Entrambi i presidenti di Germania e Russia sono concordi nel mettere fine alla crisi di frontiera e Putin ha esortato la Merkel, e gli Stati europei, a ripristinare un dialogo con Lukashenko. Sull’Ucraina c’è piena condivisione a rilanciare gli accordi di Minsk. Sul Mar Nero, Puitn ha espresso la sua preoccupazione per l’attivismo Usa e Nato che stanno conducendo attività militari nelle acque di casa russe.