L’offensiva delle milizie dello Stato Islamico a Palmira e Ramadi può portare alla conquista di Iraq e Siria. L’attentato in Arabia Saudita segna un cambio di passo della strategia dell’Isis. L’Europa sembrano incapace di intendere e di reagire. Intanto Gentiloni si dice preoccupato.

L’Isis avanza in Siria conquistando la storica città di Palmira. E ora si teme per il sito archeologico patrimonio dell’Unesco. Qualche giorno prima i jihadisti avevano preso il controllo di Ramadi, in Iraq, a poco più di cento chilometri da Baghdad. In Siria il fronte Al-Nusra, affiliato ad Al Qaida, ha colpito nella città siriana di Jisr al Shughur, conquistando un ex ospedale diventato caserma imprigionando i 200 soldati delle forze siriane. Intanto l’Isis ha rivendicato oggi l’attentato alla moschea sciita in Arabia Saudita che ha provocato 19 morti.
L’immobilismo del resto del mondo davanti a una minaccia di questa portata è impressionante. I raid aerei della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti non sono serviti a fermare l’avanzata dei miliziani dell’Isis. L’Europa continua a rimanere alla finestra e si è incagliata nella questione delle quote di accoglienza dei migranti. Gentiloni e Hollande ora cominciano a dirsi “preoccupati” per l’avanzata dello Stato Islamico. Il 2 giugno, i ministri degli esteri della coalizione anti Isis si riuniscono a Parigi. Per il ministro degli esteri italiano bisogna rivedere la strategia. A dire il vero sarebbe già sufficiente riuscire “vedere” la strategia che nessuno ha finora visto. A loro si unirà anche il premier iracheno Haidar al Habadi. Il presidente francese Hollande ha chiesto di agire contro il pericolo jihadista.
Con la conquista di Palmira, intanto, l’Isis ha preso il controllo di un punto strategico in Siria. La città si trova lungo l’autostrada da Homs a Deyr az Zor, un asse viabilistico che collega l’est all’ovest della Siria. Secondo l’Associated Press, che cita un attivista locale, a Palmira si è scatenata una caccia all’uomo da parte dell’Isis che avrebbe ucciso 280 militari. Sulla rete è possibile vedere video di decapitazioni. Nel frattempo le forze governative e le milizie di volontari sciite e sunnite stanno preparando la controffensiva per cercare di riconquistare Ramadi, un nuovo attacco e’ stato compiuto dai jihadisti verso Est, quindi in direzione di Baghdad, che dista cento chilometri. L’Isis ha sfondato ieri le linee difensive irachene a Husaiba, circa dieci chilometri dalla città. Intanto si rifa’ vivo dopo mesi di silenzio il giornalista britannico John Cantlie, ostaggio dei jihadisti usato come megafono per la loro propaganda, che dalle colonne della rivista dello Stato islamico, Dabiq, predice un futuro attacco di dimensioni catastrofiche negli Stati Uniti, con l’uso di un ordigno nucleare ‘importato’ dal Pakistan o di “qualche tonnellata di esplosivo”. E l’Europa che fa? Si riunisce e guarda.
Europa? C’è ancora qualcuno che crede che ci sia? L’Europa è solo un continente e niente di più.
Lei ha ragione. L’Europa politica non c’è mai stata. Quella in cui siamo è un ibrido con una sola centralità finanziaria e tante politiche nazionali. Come si può pensare di far funzionare un continente con una politica economica decisa a Francoforte mentre ogni stato decide per tutto il resto? I risultati si vedono da anni in ogni settore. A cominciare dall’incapacità nella gestione della crisi economica di questi anni.