Nel ballottaggio del 5 luglio l’Iran ha scelto un presidente moderato che manterrà il quieto vivere con gli Ayatollah
Il presidente eletto dell‘Iran, il moderato Masoud Pezeshkian, porta con sé le speranze di milioni di iraniani che cercano meno restrizioni alle libertà sociali e una politica estera più pragmatica.
Pezeshkian, che ha sconfitto Saeed Jalili nel secondo turno delle elezioni presidenziali del 5 luglio scorso, è una figura che le potenze mondiali probabilmente accoglieranno con favore, sperando che possa perseguire vie pacifiche per uscire da una situazione di stallo sul programma nucleare iraniano in rapido avanzamento.
Pezeshkian è riuscito a vincere con un collegio elettorale – il cui nucleo si credeva fosse costituito dalla classe media urbana e dai giovani – che era stato ampiamente disilluso da anni di giro di vite sulla sicurezza che avevano soffocato ogni dissenso pubblico dall’ortodossia islamista.
Il 69enne cardiochirurgo si è impegnato a promuovere una politica estera pragmatica, ad allentare le tensioni sui negoziati ora in fase di stallo con le grandi potenze per rilanciare il patto nucleare del 2015 e a migliorare le prospettive di liberalizzazione sociale e pluralismo politico.
Il presidente ha però poteri limitati su nucleare e sui gruppi di miliziani in Medio Oriente perché il leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha tutte le decisioni sulle questioni statali più importanti.
Tuttavia, il presidente può influenzare il tono della politica iraniana e sarà strettamente coinvolto nella scelta del successore di Khamenei, ora 85enne.
Pezeshkian è fedele al governo teocratico dell’Iran senza alcuna intenzione di affrontare i potenti falchi della sicurezza e i governanti clericali. Nei dibattiti televisivi e nelle interviste ha promesso di non contestare le politiche di Khamenei.
Riemerso dalla quiescenza dopo anni di isolamento politico, il campo riformista guidato dall’ex presidente Mohammad Khatami ha appoggiato Pezeshkian nelle elezioni dopo la morte del presidente intransigente Ebrahim Raisi in un incidente in elicottero a maggio.
Le opinioni di Pezeshkian sono in contrasto con quelle di Raisi, un protetto di Khamenei che ha rafforzato l’applicazione di una legge che limitava l’abbigliamento femminile e ha assunto una posizione dura nei negoziati ormai moribondi con le grandi potenze per rilanciare l’accordo sul nucleare.
Pezeshkian ha promesso di rilanciare l’economia indebolita, afflitta da cattiva gestione, corruzione statale e sanzioni statunitensi. È stato ministro della Sanità dal 2001 al 2005 durante il secondo mandato di Khatami.