L’Iran entra nella Shangai Cooperation Organization

Il vertice della Shangai Cooperation Organization (SCO) si è svolto a Dushambe, capitale del Tajikistan. La Sco è guidata da Mosca e Pechino. Al multilaterale hanno preso parte i capi di Stato di Russia, Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, India, Pakistan e Iran. In occasione dell’incontro, l’Iran, che ricopriva il ruolo di osservatore, è diventato membro permanente dell’Organizzazione attraverso l’adozione di una serie di documenti.

Al summit che ha decretato la piena adesione iraniana all’Organizzazione c’era anche il neo presidente iraniano Ebrahim Raisi. Per lui era il suo primo viaggio all’estero. Raisi ha affermato nel suo intervento che la politica estera del suo Paese si basa sull’”opposizione all’unilateralismo”, e, successivamente, si è detto speranzoso sul fatto che la SCO diventi “una forza trainante del multilateralismo globale”. Il capo di Stato iraniano ha anche detto che la pace e la sicurezza sono minacciate dall’egemonia e da sfide come il terrorismo, l’estremismo e il separatismo.

La Sco è un organismo intergovernativo che è stato fondato, il 14 giugno 2001, dai capi di Stato di sei Paesi: Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Questi ultimi, fatta eccezione per l’Uzbekistan, facevano già parte dello Shanghai Five, anche noto come Gruppo di Shangai. Dopo l’adesione dell’Uzbekistan, nel 2001, i membri dell’organizzazione hanno deciso di cambiarne il nome in quello attuale. Si tratta di un formato molto importante per l’Asia Centrale, soprattutto per l’analisi di questioni regionali in chiave geopolitica. Lo scopo iniziale di SCO era quello di normalizzare i conflitti territoriali tra i Paesi membri. Progressivamente, l’Organizzazione si è istituzionalizzata e ha intensificato la cooperazione tra gli Stati aderenti, andando a sfiorare non solo il campo della sicurezza, ma anche quello economico, energetico e culturale

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