Libia: il governo legittimo dice no al governo di unità nazionale

Il governo libico di Tobruk, l’unico legittimo per la comunità internazionale, non partecipa ai colloqui in Germania voluti dall’Onu per rilanciare il processo unitario. Le responsabilità di Europa e Italia.

Il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale rifiuta la proposta Onu di governo di unità nazionale
Il Parlamento libico di Tobruk

Lo smacco all’Onu sulla Libia arriva proprio dal governo amico che i Paesi dell’Onu hanno riconosciuto come il solo legittimo tra le varie fazioni che compongono il puzzle libico. Il Parlamento libico di Tobruk ha deciso di non mandare i suoi delegati in Germania per riprendere i negoziati avviati in Marocco qualche mese fa. Si tratta, di fatto, di una bocciatura alla proposta Onu di un governo di unità nazionale. La notizia è stata lanciata dalla Reuters online, ma era latente da giorni.

Notiziario Estero aveva già posto la questione. Come si poteva pensare di lanciare un’operazione militare per fermare l’immigrazione, chiedendo all’Onu l’autorizzazione all’uso della forza lungo le coste libiche, senza rischiare di affossare il processo unitario? E così sembra che stia avvenendo, almeno per il momento.

Il governo di Tobruk più volte aveva mandato messaggi espliciti. Si era appellato all’Europa sostenendo che i libici non avrebbero capito il senso dell’approvazione di operazioni militari. Allo stesso modo il Sindaco di Tripoli aveva cercato di far comprendere agli europei che non era la strada giusta. Per i politici di Tobruk occorreva potenziare l’armamento in dotazione per consentirgli di combattere l’Isis.

La proposta europea invece, sponsorizzata soprattutto da Italia e Gran Bretagna, è riuscita quindi nel poderoso intento di mettere d’accordo le fazioni libiche almeno su qualcosa.

Così,il Parlamento eletto a Tobruk, che controlla parte della zona orientale del Paese, ha rifiutato la proposta delle Nazioni Unite di formare un governo di unità nazionale per la Libia. Di conseguenza non parteciperà ai nuovi colloqui voluti in Germania dall’Onu. La scelta libica è una chiara pressione sulle Nazioni Unite a bloccare la risoluzione, in discussione al Consiglio di Sicurezza, per il via libera alle operazioni militari anti-immigrati. L’ambasciatore del governo libico di Tobruk presso l’Onu ha più volte criticato la bozza di risoluzione. Inoltre, fonti di agenzie -oltre a un servizio del quotidiano La Stampa- avevano sostenuto che la risoluzione fosse congelata  per le pressioni mosse dai libici al Palazzo di Vetro.

Intanto, l’Isis ha messo a colpo un’altra conquista prendendo la centrale elettrica di Sirte.

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