Nel centenario della Prima Guerra Mondiale un libro che racconta in maniera originale la disfatta di Caporetto. Da far leggere alle scuole
Un libro semplice ma profondo sulla battaglia di Caporetto, le sue origini e le sue conseguenze. “A Caporetto abbiamo vinto” è un’opera interessante realizzata a cura di Stefano Lucchini con la collaborazione di Fondazione Corriere della Sera, Museo Centrale del Risorgimento di Roma e Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza.
La disfatta
Lucchini, già autore di “Narrare il conflitto-Propaganda e cultura nella Grande Guerra”, fa una rilettura provocatoria della disfatta dell’esercito italiano cent’anni dopo la grande battaglia di Caporetto.
Il 24 ottobre del 1917 le truppe austro-tedesche sfondano le linee italiane all’altezza di Caporetto e da qui avanzano in quasi tutto il Friuli e parte del Veneto. Da quel momento, il termine Caporetto è sinonimo di catastrofe. Ed è associato alla figura del generale Luigi Cadorna.
Su Caporetto si è scritto molto. Ma nella costruzione narrativa di Lucchini c’è un aspetto innovativo. L’autore racconta la vicenda attraverso testimonianze, diari, racconti di soldati semplici, giornalisti, politici, storici e futuri scrittori. Tutto è arricchito da fotografie, cartoline, disegni dell’epoca appartenenti in molti casi alla collezione privata di Lucchini.
Il generale Cadorna
In tutta la narrazione emerge la figura disastrosa del generale Cadorna. I suoi ordini insistenti di mandare al massacro soldati-contadini e di passare alle armi chi disertava o si ribellava. Emerge l’inutilità e l’evitabilità di molti massacri, di tanti soldati morti mandati a morire per i piani folli del Comando militare diretto dallo stesso Cadorna.
E Lucchini lancia una provocazione. Quella di togliere dalle strade e dalle piazze d’Italia il nome del generale Cadorna. Insomma, se a Caporetto una vittoria c’è stata è quella di essersi sbarazzati del generale sostituito da Armando Diaz.
Ma Caporetto ha aperto la strada alla reazione italiana che si concluderà dopo un anno esatto con Vittorio Veneto. L’arrivo del generale Diaz, il modo diverso e più umano di approcciarsi con i soldati, la capacità di motivare gli uomini, riuscirono a rafforzare la resistenza sul Piave e a preparare il contrattacco che avrebbe portato tra maggio e ottobre 2018 a Vittorio Veneto e a respingere definitivamente gli austro-tedeschi.
Un libro adatto e da fare leggere alle scuole secondarie. Ma utile anche come approfondimento per gli studenti universitari.
Libri su Caporetto
Tra le opere a cui Lucchini fa riferimento sono da evidenziare, e da consigliarne la lettura:
- Lorenzo Del Boca: Grande Guerra, piccoli generali. Una cronaca feroce della Prima Guerra Mondiale. Utet Torino 2014
- Cesare De Simone: L’Isonzo mormorava. Fatti e generali a Caporetto. Mursia Milano 2005
- Attilio Frescura: Diario di un imboscato. Mursia Milano 2015 (prima edizione Bologna 1920);
- Angelo Gatti: Caporetto Diario di Guerra (maggio-dicembre 2017). Il Mulino Bologna 2007
- Antonio Gibelli: La Grande Guerra degli italiani 1915-1918. Bur Rizzoli Milano 2014
- Antonio Pirazzoli: La battaglia di Caporetto. Il Castello Milano 2003 (prima edizione 1919)