L’Eritrea ritorna nel blocco dell’Africa orientale

L’Eritrea è ritornata nel blocco regionale dell’Africa orientale che aveva lasciato 16 anni fa.

Asmara aveva abbandonato l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo nell’Africa orientale (Igad), questo il nome dell’organizzazione, nel 2007.

L’Eritrea aveva spiegato che il ritiro era una protesta contro la presenza di militari etiopi stanziati in Somalia per combattere i miliziani islamici di al-Shabaab che controllavano il sud del paese.

Il ritorno dell’Eritrea nell’Igad è un segnale per ricostruire i legami con i suoi vicini.

L’Eritrea è governata da Isaias Afwerki fin da quando ha ottenuto l’indipendenza dall’Etiopia nel 1993. Ha combattuto una guerra di confine con l’Etiopia dal 1998 al 2000 e ha ripetutamente litigato con i suoi vicini.

Lo stato africano è inoltre soggetto a sanzioni da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea per presunte violazioni dei diritti umani.

Tuttavia, negli ultimi anni ha adottato misure per ricostruire i legami.

Nel 2018 ha firmato un accordo di pace con l’Etiopia, che ha formalmente posto fine allo stato di guerra che esisteva dall’inizio del conflitto di confine. Ha inoltre ripristinato i rapporti diplomatici con la Somalia, normalizzato i rapporti con il Gibuti e rafforzato i rapporti con il Kenya, che quest’anno ha annunciato l’apertura di un’ambasciata ad Asmara.

Tuttavia, i gruppi per i diritti umani sostengono che il governo di Afwerki rimane più repressivo che mai, indicando la coscrizione militare forzata, che continua a spingere migliaia di persone a fuggire dal paese ogni anno. Secondo il Global Slavery Index del 2023, Eritrea, Mauritania e Corea del Nord hanno la più alta prevalenza di schiavitù moderna nel mondo.

L’Eritrea ha anche ottenuto la condanna internazionale per presunte atrocità commesse dai suoi soldati durante la guerra del 2020-2022 nella regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia, dove hanno combattuto a sostegno delle truppe etiopi contro le forze del Tigray.

Asmara ha negato tali accuse, ma testimoni hanno affermato che le sue truppe sono ancora sul campo nella regione, continuando le violazioni dei diritti umani nonostante una tregua di novembre che ha posto fine alla guerra. Il mese scorso migliaia di persone nel Tigray hanno manifestato contro la presenza delle truppe eritree, che non sono menzionate nella tregua.

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