I latino americani rivivono il timore delle turbolenze economiche degli anni ’90. La crisi del petrolio, il rallentamento della crescita economica, le tensioni politiche in Brasile, Argentina e Venezuela fanno sentire il loro peso sul settimo vertice delle Americhe in corso a Panama. Da diversi mesi infatti l’insicurezza economica è il comune denominatore della zona sub-americana dove vivono 605 milioni di abitanti. Di certo non sarà questo summit, polarizzato dall’avvicinamento tra Washington e l’Avana, a trovare la formula magica per portare la zona latinoamericana fuori dalla recessione. Da tempo, la crescita economica non mantiene più il ritmo del 5%, mentre il Fmi prevede per il 2015 un tasso di crescita pari all’1,3%, metà del livello medio di crescita dei Paesi sviluppati. Questa anemia economica, in un’area dove ci sono 170 milioni di poveri, mette a rischio i progressi e le conquiste sociali dell’ultimo decennio e minaccia nuove e forti conflitti politici. Tra le cause di questo declino economico c’è la stagnazione europea ma soprattutto l’affanno della Cina, incapace ormai di mantenere i livelli di importazione di materie prime dal sub-continente americano come negli anni scorsi.