La visita di Xi Jinping a Mosca è una vittoria diplomatica per Vladimir Putin. Il leader russo mostra al mondo che non è isolato sul piano internazionale. Significa anche che la Cina sostiene tacitamente la guerra russa in Ucraina. Xi ha fatto due scivolate a favore di Putin. La dichiarazione che la Cina è pronta a fare il guardiano dell’ordine mondiale fondato sul diritto internazionale è un paradosso che merita di diventare virale. Tanto più se lo si annuncia mentre si incontra uno che ha aggredito un altro Paese sovrano, violando almeno una dozzina di articoli della Carta dell’Onu e le norme del diritto internazionale consuetudinario. Il secondo scivolone di Xi è stato quello di dire al leader russo che sarà sicuramente rieletto il prossimo anno. Putin non ha ancora annunciato la sua candidatura, anche se è scontata. Fatto sta che in molti hanno pensato che il leader cinese fosse al corrente di qualcosa che la Russia ancora non conosceva. Dopo il vertice di Mosca tra Putin e Xi è molto difficile pensare che la Cina possa essere un mediatore credibile per risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina. Il giorno dopo l’incontro con Putin, Xi appare troppo legato a Mosca. Il vincolo di essere superpartes, come si addice a un mediatore, è caduto. Il ruolo di Pechino era già entrato in crisi dopo la proposta del piano di pace di 12 punti. Washington ha detto più volte che la proposta cinese ha un grande limite: non si può chiedere di cessare le ostilità in Ucraina senza prevedere un ritiro dei militari russi dalle zone occupate. Sarebbe un riconoscimento implicito delle conquiste russe. La diplomazia dunque deve cercare altrove i mediatori.
Nonostante le significative osservazioni di cui sopra, la “Posizione della Cina (popolare) sulla soluzione politica della crisi ucraina” rappresenta tuttavia un contributo che non possiamo permetterci di trascurare a fronte del più grave e pericoloso conflitto del dopo-guerra. Cuore del documento sono i punti 2, 3 e 4, che affermano fra l’altro: “La sicurezza di una regione non dovrebbe essere raggiunta espandendo i blocchi militari (V. dibattito sulla NATO in Ucraina nei primi mesi del 2022). I legittimi interessi e preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi devono essere presi sul serio e affrontati adeguatamente (allusione alla necessità della neutralità dell’Ucraina). Tutte le parti devono rimanere razionali e impedire che la crisi si deteriori ulteriormente o addirittura sfugga al controllo (allusione alla necessità di evitare la propaganda oltranzista e la fornitura di armi tali da squilibrare la situazione sul campo) e raggiungere un cessate il fuoco globale (sottinteso: realisticamente sulle posizioni esistenti in campo). Dialogo e negoziazione sono l’unica soluzione praticabile alla crisi ucraina. Tutti gli sforzi volti a una soluzione pacifica della crisi devono essere incoraggiati e sostenuti (allusione ad una candidatura della Cina popolare alla mediazione). Si tratta di indicazioni ragionevoli ed opportune, anche se, per ovvia cautela, non esaurienti come in un vero e proprio piano di pace. Tali indicazioni, tuttavia, sono incompatibili con l’atteggiamento aggressivo di Pechino nei confronti di Taiwan, che ne contrasta fortemente la candidatura alla mediazione. Pechino farebbe bene a dare il buon esempio risolvendo l’annosa quanto inutile disputa su Taiwan con un reciproco riconoscimento di legittimità e indipendenza fra Repubblica popolare cinese e Repubblica di Taiwan.
17/4/2023
Nearco 7