Le Isole Salomone causano tensione tra Cina, Australia e Nuova Zelanda

Intanto, Stati Uniti e Filippine lanciano l’operazione Balikatan, la più grande esercitazione militare nel Pacifico.

Le Isole Salomone alzano di nuovo l’asticella della tensione internazionale con la Cina nell’Oceano Pacifico. La crisi con Pechino questa volta coinvolge Australia e Nuova Zelanda. Allo stesso tempo, Stati Uniti e Filippine cominciano la più grande esercitazione militare di sempre. Nome in codice: Balikatan.

Camberra e Wellington hanno espresso la loro preoccupazione per l’aumento della presenza cinese nelle Isole Salomone, uno Stato insulare dell’Oceano Pacifico. L’arcipelago è composto da circa 1000 isole con una superficie complessiva di 28.000 kmq. Gli abitanti sono in tutto 750.000.

L’Oceano non è Pacifico

Il governo dell’arcipelago ha firmato nei mesi scorsi un accordo di cooperazione di polizia con la Cina. L’intesa segue un cambio di passo politico dell’esecutivo, che ha scelto di riconoscere la Cina rispetto a Taiwan. La nuova collocazione filo-cinese delle Isole Salomone ha scatenato proteste tra gli abitanti, soprattutto nella provincia di Malita che è la più popolosa. Le manifestazioni si sono trasformate in scontri violenti che hanno portato al tentativo di prendere il palazzo del Parlamento e a atti vandalici con incendi verso negozi, vetture e edifici. In questo contesto, l’Australia ha inviato i suoi militari e diplomatici per provare a ripristinare l’ordine. L’intervento australiano è stato possibile grazie a un trattato di sicurezza bilaterale del 2017 che prevede l’aiuto reciproco tra i due Stati.

La presenza cinese nel Pacifico è anche la causa, presumibilmente, delle grandi esercitazioni militari congiunte, le più imponenti di sempre, tra Stati Uniti e Filippine. Le prove di guerra si chiamano in codice Balikatan, e arrivano in un momento critico delle relazioni internazionali a seguito della guerra in corso in Ucraina. Washington sente l’esigenza di presidiare di più il Pacifico date le ambizioni cinesi e le tentazioni che potrebbero arrivare dopo l’aggressione russa.

La Cina diventa sempre più una potenza ingombrante per molte capitali occidentali. E non solo per il sostegno velato alla Russia, bensì per la realpolitik di Pechino nell’Indo Pacifico che potrebbe rovesciare gli equilibri. Ora la palla ritorna nella metà campo di Xi Jinping.

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