Cambiare il volto di Petare, il barrio più violento di Caracas e tra i più grandi quartieri dell’America Latina. Ci prova Dagor, artista di Murales.
Una volta si chiamavano favelas. Ora si usa il più elegante slum. La sostanza però è sempre quella. Sono i giganteschi quartieri nati alla periferia delle grandi metropoli latinoamericane, ma anche africane e asiatiche. Uno di questi è Patare, gigantesco barrio alla periferia di Caracas, Venezuela. Forse anche il più grande di tutti i quartieri bettola dell’America Latina. Sicuramente il più violento, teatro di scontri tra gang rivali per controllare il territorio e i traffici di droga, armi e prostituzione. E’ qui che l’artista di murales Fabian Solimar accetta la sfida di cambiare l’immagine dello slum. E comincia a realizzare un dipinto murario con figure astratte che coprono slogan e icone della vecchia propaganda politica socialista. Il primo murale coprirà sicuramente gli annunci di campagna elettorale di un ex-governatore e una vecchia immagine dell’ex-presidente Hugo Chavez. L’opera artistica è una risposta all’iconografia riportata su tutti gli spazi pubblici dal partito di governo. Ma il dipinto ha l’obiettivo di cambiare il volto e dare una nuova immagine a Patare. “L’idea è di trasmettere alle persone che non vivono in un posto di delinquenti, ma di gente che lavora”, spiega Solymar, artista noto con il nickname di Dagor, mentre lavora al murales in un caldo pomeriggio di agosto. L’opera è realizzata a pastello colorato. Dagor racconta di essere stato ispirato in questa tecnica dall’artista di strada di Los Angeles Revok e dal venezuelano Carlos Cruz-Diez. Entrambi utilizzano colori e linee per creare un senso di movimento. Lo stesso fa Dagor nelle aree pubbliche venezuelane per dare vivacità alle sue opere artistiche. Dagor non si ferma a un solo dipinto. Insieme a altri artisti e agli abitanti di Perare sta conducendo un’iniziativa sociale per far emergere il quartiere che ha il più alto tasso di omicidi in Venezuela. Hanno già realizzato 9 murales e sono intenzionati a proseguire. Il loro progetto prevede di trovare muri in cui c’è la propaganda politica, quelli vicino ai quali si ritrova la gente e quelli dove si ammassa la spazzatura. Obiettivo è ridare colore a un’area oscura, sporca e nera. In programma ci sono 14 murales. Non si sa quando saranno completati tutti dal momento che i costi dei materiali sono sostenuti di tasca propria dagli stessi artisti. Una 64enne del quartiere spiega che le persone rimangono veramente impressionate dai dipinti e che è difficile immaginare quanto l’arte possa aiutare a rilassare la mente. La migliore definizione per ridare speranza al quartiere.