L’Alto Adige a metà tra Austria e Italia

L’Alto Adige, terra di contrasti in cui si fondono e convivono tre culture allo sesso tempo simili e diverse tra loro, quella italiana, quella tedesca e quella ladina.

di Valeria Fraquelli

La cultura, la storia altoatesina con i suoi usi e costumi si perde sulle montagne delle Dolomiti che proteggono il territorio e regalano scorci davvero unici, una natura splendida che di recente ha fatto il suo ingresso nel patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Tutti almeno una volta siamo stati in Alto Adige abbiamo pensato

La cultura altoatesina, a metà tra Italia e Austria, ci ha lasciato dei bellissimi esempi di architettura tipica della Mitteleuropa, tradizioni particolari e uniche, feste tipiche molto suggestive e molto sentite dalla popolazione che riescono a coinvolgere anche i tanti turisti.

Difendere questa cultura così particolare e allo stesso tempo così affascinante è un dovere per gli abitanti del posto che si impegnano ogni giorno per tenere insieme questo mix di tradizioni così diverse ma allo stesso tempo così unite.

E questo si capisce se solo si pensa che in Alto Adige si parlano ben tre lingue, tedesco, ladino e italiano.

In un report commissionato dalla Provincia Autonoma di Bolzano si legge che “ il 70 per cento della popolazione dell’Alto Adige si riconosce nel gruppo linguistico tedesco, il 25 per cento nel gruppo linguistico italiano e il cinque per cento nel gruppo linguistico ladino. Le cifre ufficiali non danno però un quadro adeguato della diversità linguistica della nostra provincia perché la dichiarazione di appartenenza linguistica prevede solo i tre gruppi ufficiali e chi presenta la dichiarazione può aderire a un gruppo solo”.

Ma nello stesso report viene rimarcato che “in realtà, in Alto Adige si parlano molte più lingue dell’italiano, del tedesco e del ladino; basti pensare che i nuovi arrivati continuano ovviamente a usare la loro lingua d’origine. Queste lingue non vengono registrate, ma le statistiche sui residenti con cittadinanza straniera danno alcune indicazioni. Secondo i dati Astat, nel 2018 l’Albania era il paese di origine più fortemente rappresentato (circa 5.800 persone), seguito – dopo la Germania con circa 4.500 – da Pakistan e Marocco (entrambi con circa 3.600).2 Si deve però tener conto del fatto che, per esempio, in Pakistan si parlano più di 50 lingue.3 I paesi d’origine danno quindi solo un’idea approssimativa della diversità linguistica dell’Alto Adige.

Le scuole ci mostrano in modo impressionante quanto sia diventata plurale la nostra realtà: in una classe qualunque di una scuola media cittadina non è insolito contare fino a otto diverse lingue e dialetti d’origine. Il team di ricerca di Eurac Research lo ha verificato nel corso di numerosi progetti. L’attuale diversità linguistica è emersa soprattutto a partire dagli anni novanta, da quando si è intensificata l’immigrazione dai paesi europei non comunitari e dall’Africa.4 Tra il 2002 e il 2017 il numero di persone con cittadinanza straniera residenti in provincia è triplicato.5 Attualmente in Alto Adige vivono persone provenienti da 138 Paesi”.

In realtà la convivenza tra i tre gruppi linguistici non è sempre stata facile e nel tempo ci sono stati scontri e varie diatribe.

E la cultura locale si vede anche nella moda e nel cibo. I tradizionali vestitini locali con camicia bianca che le donne adorano ancora mettere nelle festività e nelle occasioni importanti, il loden che permette di confezionale abiti caldi adatti per affrontare i lunghi e rigidi inverni montani, i lederhosen, pantaloni di cuoi che gli uomini indossano nelle grandi occasioni.

In ogni caso l’Alto Adige è fatto di splendidi paesaggi di montagna, di cielo azzurro e di aria fresca, di natura incontaminata che è l’habitat naturale per moltissimi animali. Chi ama la natura, la tranquillità, i percorsi sospesi tra terra e cielo, gli animali, l’ottimo cibo e una fantastica compagnia in Alto Adige troverà il suo habitat naturale.

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