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La tregua morente dell’Ucraina

Il cessate il fuoco stabilito con gli accordi di Minsk è un uomo morto che cammina. Le armi non hanno mai spesso di sparare e la tensione tra Ucraina e Russia è più alta di prima. Il presidente ucraino Poroshenko ha accusato Mosca di aver mandato carri armati e soldati nell’Ucraina orientale sostenendo che si stanno dirigendo verso la città di Novoazosk, controllata dai ribelli filo russi. La notizia la riporta l’agenzia Reuters. La Russia per ora non ha risposto alle accuse. Fatto sta però che dall’entrata in vigore della tregua ogni giorno spunta un’accusa mentre le operazioni militari non si contano più. Insinuazioni spesso pesanti che rischiano di far precipitare la situazione in burrone più profondo di quello in cui si trova. Poroshenko, ad esempio, ha anche puntato il dito contro la Russia accusandola di essere coinvolta nel massacro di piazza Maidan a Kiev quando, un anno fa, caddero sotto i colpi dei cecchini oltre 100 manifestanti. Secondo il presidente ucraino, il Cremlino ha contribuito a formare i cecchini stranieri che hanno sparato nella piazza di Kiev. Per ora la Russia ha bollato come “senza senso” le affermazioni del presidente Poroshenko. Un clima di tensione quindi che non aiuta gli accordi di Minsk che sembrano già defunti sotto i colpi delle prove di forza tra ucraini e separatisti filo russi. La tregua insomma è un neonato già molto provato dalla breve esistenza.

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