La Tanzania nel caos dopo il voto presidenziale

In Tanzania il presidente uscente John Magufuli vince le elezioni presidenziali. I due partiti dell’opposizione contestano il voto e chiedono nuove elezioni.

La scena è la stessa che si ripete in tanti Paesi africani. In Tanzania il 28 ottobre si sono svolte le elezioni presidenziali. Il voto dà la maggioranza al presidente uscente John Magufuli con l’84% dei consensi. I due principali partiti dell’opposizione denunciano brogli elettorali e chiedono di tornare al voto.

Le accuse dell’opposizione hanno avuto l’effetto di scatenare proteste di piazza da parte dei militanti dei due partiti: Chadema e ACT-Wazalendo. Da una settimana ci sono manifestazioni e scontri.

Il candidato del partito Chadema, Tundu Lissu, ha ottenuto il 13% dei consensi. L’ambasciata americana di Dar es Salaam ha comunicato che ci sono seri dubbi sulla credibilità dei risultati elettorali.

Opposizione e ambasciata Usa hanno denunciato voti doppi, pre-compilazione delle schede elettorali, arresti di candidati e manifestanti, restrizioni ai rappresentanti dei partiti politici di entrare nei seggi e blocco dei social media.

Anche l’altro sfidante dell’opposizione, Freeman Mbowe, non intende riconoscere i risultati delle elezioni e si appella a un nuovo voto.

Il partito di Magufuli, il Ccm, è al potere dai tempi dell’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1961. Ma solo con questo presidente ha intrapreso una deriva pericolosa, soprattutto per i diritti umani. Le voci critiche della stampa sono state messe a tacere. Chiuse intere testate giornalistiche e vietato il dissenso pubblico per vaghi motivi riconducibili alla sicurezza.

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